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Dalle navi alle scarpe
Quando battere
il chiodo era un’arte

Gli anziani del paese sono le guide
e raccontano la vita del ciòdarot

Ha riaperto i battenti il Museo del Ferro e del Chiodo di Forno di Zoldo sulla storia dell'economia mineraria metallurgica che per secoli ha alimentato la Val di Zoldo, nelle Dolomiti Bellunesi.Il Comune di Forno di Zoldo ha attivato un progetto sociale che coinvolge alcuni anziani del paese in veste di guide esperte: a loro è stata affidata la manutenzione del museo e la gestione delle visite guidate. Attraverso le parole di queste guide prendono nuova vita immagini, documenti, oggetti e tecniche di lavorazione di un'attività fortemente radicata nella cultura degli abitanti della Val di Zoldo, le cui finalità erano tante: dai chiodi per le navi della Serenissima alle brocche da scarpe. Senza dimenticare la dura vita dei ciòdarot nelle fusinèle, di cui resta un esempio a Pralongo, visitabile su richiesta.

Il Museo ripercorre la plurisecolare produzione di chiodi e la figura professionale del ciodarot, soprattutto nella sua specializzazione ottocentesca di forgiatura di materiale ferroso di riuso. Mentre al piano terra vengono presentati i tratti caratteristici del territorio zoldano negli elementi dell'acqua, della terra e del bosco, ma anche dell'emigrazione, al primo piano ci sono pannelli descrittivi, con mappe e foto storiche. Visite: in agosto martedì e giovedì 16-18; sabato e domenica 10-12 e 16-18. Fino al 21 agosto tutti i giorni 16-18. Settembre: martedì e giovedì 16-18, sabato e domenica 10-12 e 16-18. Dal 19 settembre solo sabato e domenica 10-12 e 16-18. Per prenotare una visita guidata (minimo 5 persone): tel. 0437 78144. : www.valdizoldo.net

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