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Apre l’appartamento
del Papa nel museo
di Castel Gandolfo

La matita lasciata nello studiolo da Papa Benedetto XVI, l’intimità della cappella personale, dedicata alla Madonna di Czestochowa. Ma anche lo splendore della Galleria che Alessandro VII volle così finemente decorata, con le vedute pastorali affrescate da Pierleone Ghezzi che quasi si specchiano nel panorama affacciato sul lago. Fino alla camera privata, sobria, con un letto singolo, la Madonna con il bambino, un armadio, lo scrittoio in legno e il ritratto di Papa Gregorio. Dopo i Giardini di Villa Barberini e la Galleria dei Ritratti dei Pontefici, per la prima volta aprono al pubblico anche le porte dell’ Appartamento pontificio del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, per secoli privatissimo rifugio estivo dei capi della Chiesa,visitabile già da un anno. Papa Francesco, che non hai soggiornato nel palazzo, ha voluto “regalare” anche l’ultima sezione privata. Il percorso espositivo al piano nobile della residenza, ideato e gestito dai Musei Vaticani (visite dal lunedì al sabato), va dal Salone degli Svizzeri alla Sala del trono, passando per il Concistoro, la Biblioteca, lo studiolo e le stanze private, incrociando arte, storia e curiosità, come le donne partorienti salvate da Papa Pacelli nella propria camera durante la Seconda guerra mondiale o la Cappella dove per la prima volta due pontefici, Benedetto XVI e Papa Bergoglio, hanno pregato insieme. «Non attraversatelo con fretta - consiglia il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci - Affacciatevi dal terrazzo e vedrete la pura Bellezza. È il miracolo della natura, in un uno dei pochi luoghi in Italia salvati dal cannibalismo del territorio e rimasti intatti».

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