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Il centrodestra

L'assist di Zaia a Rucco: «Un sindaco concreto»

I "big" riuniti al Viest hotel. Presenti anche De Poli, Tosi e De Carlo
Al Viest hotel i "big" del centrodestra riuniti per Francesco Rucco
Al Viest hotel i "big" del centrodestra riuniti per Francesco Rucco
Al Viest hotel i "big" del centrodestra riuniti per Francesco Rucco
Al Viest hotel i "big" del centrodestra riuniti per Francesco Rucco

Doveva essere piazza San Lorenzo a ospitare la (pre)chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra Francesco Rucco e, causa pioggia, è stata la sala convegni del ViEst hotel. Tutti pieni i 250 posti e gente in piedi. Immagine che il presidente del Veneto Luca Zaia coglie al volo: «In questa sala ci sono i sostenitori, ma c'è anche qualcuno che è qui a curiosare. Quando tornate dall'altra parte, dite che era strapieno». Zaia, quota Lega, è uno dei big presenti per l'ultima volata istituzionale al sindaco uscente. Dopo di lui, prendono la parola Antonio De Poli (Udc); Flavio Tosi, Forza Italia; Luca De Carlo e Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia. Introducono Silvio Giovine, FdI, e Denis Frison, Lega, che anima anche la scenografia con inviti ad alzare «le bandiere» e «a postare le foto sui social».

«Rucco - dice Zaia - è un sindaco che invece di correre dietro ai fuochi d'artificio e alle cavolate, ha guardato al concreto. Posso certificare che abbiamo lavorato bene». E poi «noi non amministriamo solo per chi ha il nostro stesso colore politico, ma per tutti i cittadini. Sarebbe grave il contrario. La filiera di governo permette di essere più operativi». «Non abbiamo nemici, non siamo in guerra, ma abbiamo un avversario: l'astensionismo». "Eh sì, eh sì", replica la sala. «Domenica - aggiunge - prima andate a votare, poi dagli alpini. Tanto il Veneto sfila alle 16».

Parola a De Poli: «Francesco ha dato attenzione ai più deboli e alle famiglie, che hanno un papà e una mamma, non genitore 1 e genitore 2 o utero in affitto. Ditelo ai vicentini, perché i vicentini sono cattolici». Tosi parte da un aneddoto: «Prima di Rucco sindaco a Verona era pieno di vicentini perché, dicevano, "Vicenza l'è morta"; adesso i vicentini stanno a Vicenza perché è stata rivitalizzata». Spazio poi a sicurezza e immigrazione, con applausi: «Se vincono quegli altri, sapete che l'atteggiamento è diverso. Noi siamo accoglienti, tolleranti e ospitali, ma chi viene a casa nostra deve rispettare le nostre regole. Non siamo buonisti. Chi è perseguitato viene accolto, ma i cosiddetti migranti economici non possono rimanere in Italia. Non è pensabile ospitare tutti. Prima bisogna dare casa, lavoro e risorse alle nostre famiglie. Prima gli italiani vale anche a livello locale. E non vuol dire essere razzisti». Con un appello: «Andate a votare. Se pensemo che ghe la faxemo, ghemo perso».

De Carlo rincara: «Dobbiamo uscire a raccontare la differenza tra la fuffa e il lavoro. Non c'è niente di male a suonare i campanelli». Con un «chiudiamola al primo turno».

Si prende la scena Donzelli: «Quando mi sentono parlare fiorentino, pensano tutti a Renzi. Ma a Firenze non siamo tutti come lui. Cinque anni fa eravamo piccolini e abbiamo creduto in Rucco. Ora siamo qui convinti che sia ancora la scelta giusta». Con un excursus di temi nazionali che accendono il pubblico: tasse, immigrazione, Covid, famiglia tradizionale.

Chiude Rucco, che parte con un invito: «Domani (stasera per chi legge, ndr) chiudiamo la campagna elettorale al Totem. Non so perché ma dall'altra parte sono infastiditi, non sanno in realtà che il Totem l'ho creato io 30 anni fa facendo il Pr». E poi: «Questa campagna è partita nel 2018, eravamo gli outsider che avrebbero perso contro la corazzata rossa. Poi sappiamo com'è finita». E un attacco: «Avete visto la Schlein in giro per Vicenza voi? Stanno facendo passare il candidato del Pd per civico, una vergogna».

Alessia Zorzan

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