Prima di tutto i conti. Il messaggio che arriva dalle operazioni di gennaio è chiaro: quello che si doveva spendere (tanto) è stato speso nell'estate scorsa, adesso è arrivato il tempo di risparmiare. La squadra è già competitiva così com'è, il resto tocca a mister Vecchi. Più o meno è questo il senso delle operazioni che portano a Vicenza due giocatori in prestito semestrale (Cuomo dal Südtirol e Delle Monache dalla Samp). Ma è sulle uscite il calcolo vero da fare, perché hanno lasciato Vicenza sei giocatori e altri due (Tronchin e Talarico) lo faranno a giugno. Poi c'è stato un rinnovo importante, quello di Sandon, che in prospettiva può fruttare come tesoretto in caso di cessione.
Il Lane dopo questo mercato, dal punto di vista contabile si trova con meno costi a bilancio, ha depurato quello che si poteva e ora in mano ha una rosa che non si è rafforzata ma piuttosto si è assestata. Certo, i costi esorbitanti della sono figli di errori passati quando il portafoglio era gonfio. Oggi non è più così e le poche operazioni in entrata fatte dal ds Matteassi sono state realizzate a costo zero.
Ora però tocca a Vecchi: ha un gruppo ridotto con cui lavorare meglio e fare delle scelte: Rossi o Ronaldo? Giocare con il 433? E da quando? Con la fine del mercato si tira una riga che divide passato e presente, si ricomincia senza giocatori con il muso lungo, si fa chiarezza e si guarda ai playoff. Rimane però un dubbio di fine impero. Le operazioni del club danno la sensazione amara della dismissione, come quando si vuole vendere casa e prima del trasloco si portano via oggetti e mobili che non servono più. Ora però parla il campo, poi chissà. Per nuovi scenari, anche societari, ci si rivede a giugno.
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