Sui gradini del Capitol di Washington è nata una stella: Amanda Gorman, giovanissima afro-americana di Los Angeles, ha catturato in versi lo storico momento della transizione dalla presidenza di Donald Trump a quella di Joe Biden emozionando vip della politica e decine di milioni di spettatori a casa.
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Echi di «Hamilton» e suggestioni rap hanno punteggiato la lettura di «The Hill We Climb», la composizione finita dopo le violenze degli ultrà trumpiani del 6 gennaio in Campidoglio. A 22 anni la Gorman (LA VIDEO SCHEDA) è la più giovane poetessa che abbia recitato durante una cerimonia dell’insediamento presidenziale oltre a vantare il titolo di National Youth Poet Laureate, una sorta di Nobel per giovani scrittori americani. Con la performance di ieri, Amanda è entrata in un ristretto club di poeti intervenuti in chiusura delle cerimonie di insediamento presidenziale: tra gli altri Robert Frost per John F. Kennedy, Maya Angelou per Bill Clinton e Richard Blanco per Barack Obama.
Nella poesia, letta dopo che sul palco si erano alternate superstar come Lady Gaga e Jennifer Lopez, la giovane poetessa ha accennato alla sua personale esperienza di «ragazzina magra afro-americana cresciuta da una mamma single che sognava un giorno di diventare presidente e oggi recita all’insediamento di un presidente». Un tocco in comune con Joe Biden, che da bambino era balbuziente: Amanda da piccola ha dovuto superare un difetto di pronuncia che le impediva ad esempio di scandire la «r» di «poetry». A scegliere la Gorman per l’occasione è stata Jill Biden che l’aveva di recente ammirata durante una lettura alla Library of Congress. Amanda aveva avuto carta bianca, e in «The Hills We Climb», ispirato al tema dell’Inauguration Day «America United», ha evocato «un nuovo capitolo» senza glissare sulle divisioni che hanno preceduto l’insediamento: «Abbiamo visto una forza che avrebbe distrutto il nostro paese se avesse significato rinviare la democrazia. Questo sforzo è quasi riuscito. Ma se può essere periodicamente rinviata, la democrazia non può mai essere permanentemente distrutta».
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