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La scoperta

Lo sciacallo dorato è arrivato nell’Est Veronese

È un animale protetto

Uno sciacallo dorato è stato investito da un’auto lungo la provinciale 7 Padovana superiore, poco prima della rotatoria per la frazione di Bonaldo, provenendo da San Bonifacio. Il raro esemplare di Canis aureus - questo il suo nome scientifico - è avvenuto presumibilmente nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi.

Il Comune di Arcole ha provveduto a recuperare la carcassa, trasferita a una ditta specializzata nel recupero di animali, e ha fatto la segnalazione alla polizia provinciale competente per la fauna selvatica. Dalla centrale operativa della polizia provinciale è stato comunicato al Comune di Arcole che lo sciacallo dorato ucciso è stato poi trasferito al Museo di Scienze naturali di Trento, che lo ha richiesto per esaminarlo.

È la seconda volta che uno sciacallo dorato viene scoperto, proprio perché investito da un veicolo, nel veronese. Il primo canide di questa specie protetta è stato trovato morto sulla Gardesana lo scorso giugno nel territorio di Torri. Rinvenimenti che fanno sospettare la presenza nella pianura veronese e nella zona del lago di Garda di questo sciacallo protetto, di cui si contano circa 300 esemplari in tutta Italia.

 

Cos'è lo sciacallo dorato

Una specie rara, in via d’estinzione fino a pochi anni fa, tanto che è stato avviato un progetto di ripopolamento in Toscana. La maggior concentrazione di esemplari di questa specie di cane - lupo - coyote risulta popolare il Parco del Circeo nel Lazio. Esemplari sono stati avvistati anche nella Maremma toscana e in provincia di Udine, in Friuli.

Sembra che lo sciacallo dorato non disdegni il veronese a questo punto. Si tratta di una specie notturna, che occupa in Italia la nicchia ecologica faunistica che in America è occupata dal coyote. Lo sciacallo dorato ha comportamenti molto simili al coyote e si nutre di piccoli mammiferi, in particolare di roditori e di uccelli, ma anche di carogne. Come i coyote nei canyon americani, gli sciacalli sono autentici spazzini dell’ambiente.

Specie protetta

«Per le sue caratteristiche e la fragilità della specie, il Museo di scienze naturali di Trento ne ha richiesto la carcassa», spiega il sindaco Alessandro Ceretta. «Si tratta di canidi selvatici che solitamente si spostano in branco. Infatti la polizia provinciale ci ha segnalato che potrebbero nascere delle cucciolate nella nostra zona». «Sarebbe importante che i residenti ci segnalassero nel caso scorgessero questi animali nelle campagne», evidenzia Ceretta.

«Abbiamo ricevuto tuttavia segnalazioni di strani ululati notturni, diversi da quelli dei cani che potrebbero essere da ricondurre a questa specie, dato che alle nostre altezze non sono mai stati avvistati lupi». Questi esemplari possono raggiungere i 15 chi li di peso, con una coda particolarmente folta e colore del manto rossiccio: le segnalazioni vanno fatte alla polizia locale o alla polizia provinciale. «Non si tratta di una specie che attacca l’uomo, non è pericolosa», assicura Ceretta, «caccia per cibarsi di piccoli mammiferi e di uccelli, come fanno similmente la faina, la donnola e la volpe». 

Zeno Martini

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