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Lo studio

L’eden del merlo acquaiolo sotto i ponti dell’Agno

Una ricerca pubblicata sulla Rivista italiana di Ornitologia dice che è il luogo a più alta densità di proliferazione
Le acque dell’Agno si sono rivelate ideali per i merli anche per la loro salubrità VE.MO
Le acque dell’Agno si sono rivelate ideali per i merli anche per la loro salubrità VE.MO
Le acque dell’Agno si sono rivelate ideali per i merli anche per la loro salubrità VE.MO
Le acque dell’Agno si sono rivelate ideali per i merli anche per la loro salubrità VE.MO

Valdagno conquista un record europeo. Il merito è di uno dei suoi “abitanti”: il merlo acquaiolo, che ha scelto l’Agno per dimorare stabilmente e, soprattutto, per proliferare visto che qui si registra la più alta densità di popolazione a livello europeo. Lo testimonia la vice presidente dell’associazione “Naturalisti vicentini” Jessica Peruzzo che, con il presidente Marco Vicariotto, è la coautrice della pubblicazione dello studio che ha meritato il posto nella Rivista italiana di Ornitologia. «Si sa che tendono a essere precoci, con le deposizioni che iniziano a febbraio per continuare fino a maggio, ma una coppia ha deciso di deporre le uova attorno al giorno di Natale del 2021. Questo record è avvenuto al confine tra Cornedo e Brogliano, ma è nel tratto valdagnese che si ha il più alto numero di coppie per chilometro: 4,10 contro l’una o due della media europea. Un dato sorprendente come lo è stato scoprire i giovani merli a febbraio. Abbiamo contattato il professore Steve Ormerod dell’università di Cardiff, massimo esperto di merli acquaioli a livello mondiale, che è rimasto sbalordito e ci ha suggerito di pubblicare la ricerca». 

La scoperta

Una scoperta eccezionale per Peruzzo, laureata in gestione del territorio e dell’ambiente all’università di Trento, che ha iniziato la sua attività di birdwatching sette anni fa affascinata da questo uccellino: «Si tratta di una specie rigorosamente protetta dalla convenzione di Berna che vive in torrenti con acqua fresca, pulita, molto ossigenata, caratterizzata dalla presenza di calcio e non acida. La sua presenza conferma la qualità del nostro corso d’acqua che gli offre macroinvertebrati di cui si ciba. Anche l’ecosistema dell’Agno nel tratto valdagnese è ottimo: la vegetazione giusta, dolomia e basalto lo rendono l’habitat ideale. Il fatto che sia presente, e così numeroso, certifica l’ottima qualità delle acque e dell’ambiente tanto da aver portato Steve Ormerod a definire l’Agno “Dipper’s heaven”, il paradiso dei merli acquaioli». 

Il caso

Il caso sta diventando noto nell’ambiente dell’ornitologia a livello internazionale, anche se già prima di questa pubblicazione l’eco della presenza di questa specie era rimbalzata oltre i confini regionali. «Ormai arrivano fotografi naturalisti da tutta Italia per immortalarlo. Si tratta di una specie che nidifica sotto le cascate e i ponti. Dopo i lavori del Genio civile nell’alveo è stata, su nostra richiesta, installata una cassetta nido sotto un ponte particolarmente liscio dove non si sarebbe “accasato”. Ora inizieremo a osservarne il comportamento».

Ma come si spiega la precocità della deposizione?

«Il cambiamento climatico ha giocato il suo ruolo. Ma è solo una concausa. Possiamo fare delle ipotesi: il fotoperiodo, ad esempio, ovvero il numero di ore di luce, le temperature più miti di quell’anno, e la giusta quantità d’acqua del torrente». Un paradiso che inizia a Recoaro, dove però non si hanno punti di osservazione agevoli, e scema man mano che si scende a valle fino a Brogliano dove la densità si attesta sulla media europea. Il vero paradiso del merlo acquaiolo è, quindi, a Valdagno che grazie a lui «entrerà nelle bibliografie di settore».

 

Veronica Molinari

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