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29, 30, 31 gennaio

I giorni della Merla: ecco dove nasce la leggenda

L'uccello bianco divenne nero per il fumo del comignolo dove si rifugiò per scampare al gelo. Ma i merli bianchi esistono davvero
Un merlo parzialmente leucistico, vuol dire che l'esemplare presenta piume sia nere che bianche (FOTO MARCO DAL ZOTTO)
Un merlo parzialmente leucistico, vuol dire che l'esemplare presenta piume sia nere che bianche (FOTO MARCO DAL ZOTTO)
Un merlo parzialmente leucistico, vuol dire che l'esemplare presenta piume sia nere che bianche (FOTO MARCO DAL ZOTTO)
Un merlo parzialmente leucistico, vuol dire che l'esemplare presenta piume sia nere che bianche (FOTO MARCO DAL ZOTTO)

Secondo la tradizione popolare sono i più freddi dell'inverno. Da secoli, poi, su quei giorni si alimentano storie, leggende, proverbi e filastrocche per bambini. Sono i cosiddetti giorni della merla, cioè gli ultimi tre di gennaio: il 29, 30 e 31.

La leggenda

Perché si chiamano così? Dipende dall'interpretazione che si dà alla leggenda. O dalla versione della favola a cui la leggenda si vuole ricondurre. In ogni caso, la protagonista è sempre la stessa: una merla dal candido piumaggio. Sì, perché secondo la leggenda in origine gli uccelli di quella specie erano bianchi. Tanto tempo fa, una merla per proteggere se stessa e forse anche i suoi piccoli dal gelo di un gennaio dispettoso e freddissimo, trovò riparo nel comignolo di un tetto e, dopo tre giorni, quando ne uscì, le sue piume color della neve erano diventate nere per la cenere e il fumo. Essendo sopravvissuta al freddo, la tradizione vuole che da quel momento in poi tutti i merli fossero neri.

L'esperto

«Ma non e una semplice leggenda, in natura i merli bianchi esistono veramente - spiega Dino Pianezzola, esperto e volontario di Alveare, l'associazione che si prende cura degli animali selvatici feriti o in difficoltà -. Dal punto di vista scientifico si tratta di albinismo, un difetto genetico che prevede la parziale o totale assenza di un enzima che comporta assenza di pigmenti anche negli occhi e parti nude. Se, invece, il merlo ha delle penne alcune bianche e altre nere, si tratta di leucismo che è un difetto di fissazione dei pigmenti nelle penne e può essere generico e parziale».

Il merlo bianco

A completare questa mini carrellata anche il proverbio che accompagna questi giorni particolari: "Se i giorni della merla saranno freddi, allora la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo". Filastrocche o leggende che siano, questo uccello è più comune di quel che si pensi. Si vede spesso a caccia di briciole lasciante a terra in città o insetti in qualche prato. Una curiosità che molti avranno notato: il merlo produce diversi tipi di richiami in base alla situazione. Se disturbato, emette un fischio basso e lento. Quando è allarmato emette degli stridulii ripetuti. Questi richiami possono diventare molto più veloci di fronte a un pericoloso predatore.

Cristina Giacomuzzo

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