È iniziato il periodo critico per tutta la fauna selvatica. E questi sono i giorni perfetti per preparare tutto il necessario per il "bird feeding", cioè nutrire gli uccellini che vivono in libertà. Non è una cosa che s'improvvisa, se si vuole essere davvero di aiuto a cinciallegre, pettirossi e chissà quanti altri piccoli volatili del Vicentino e del Veneto. Sì, perché nel Nord Europa è una pratica molto diffusa che segue precise regole che derivano da studi e osservazioni sugli uccelli.
In giardino o in terrazzo
Le temperature fredde, la pioggia e magari anche la neve rendono il cibo molto scarso in questo periodo. La mortalità degli uccelli è molto più alta rispetto agli altri periodi dell'anno. Fornire cibo, quindi, è sempre il miglior modo di aiutarli, posizionando nel giardino delle mangiatoie e mettendo al loro interno principalmente i semi miglio, di lino, di girasole, miscela di granaglie o palle di grasso. E poi frutta: gli uccelli selvatici vanno ghiotti di frutta secca come noci, noccioline, pinoli, arachidi purché non salate. Vanno assolutamente evitati: il pane, il riso e i cibi salati e speziati. Ovvio che le mangiatoie per gli uccellini dovranno essere installate in luoghi sicuri e soprattutto non alla portata dei gatti. Si possono predisporre anche delle ciotole per l'acqua dove potranno bere.
Cibo sempre all'asciutto
Un esperto e appassionato di birdfeeding, è il consigliere regionale Andrea Zanoni, da anni iscritto tra i volontari di Alveare, l'associazione no profit che si occupa di salvare gli animali selvatici in collaborazione con la Provincia di Vicenza. «I semi o le cosiddette palline di grasso sono molto graditi agli uccellini affamati in questi mesi invernali. Si trovano nei negozi che vendono articoli per gli animali o si possono realizzare artigianalmente. Si posizionano nei terrazzi oppure nei giardini, vicino agli alberi. È fondamentale che la ciotola con il cibo resti all'asciutto: quindi queste mangiatoie dovranno essere munite di una mini-tettoia. In questo modo si possono accontentare i merli, i pettirossi, le cinciallegre. E ancora. Esemplari di cardellino, verdone o fringuello. Gli insettivori, come l'usignolo, l'upupa o la rondine, non ci sono perché hanno migrato per svernare in luoghi più caldi. Suggerisco caldamente poi una vaschetta per l'acqua, anche utilizzando i sottovasi per le piante e cambiarla ogni giorno».
Stesso seme, tanti modi di mangiarlo
Continua Zanoni: «Le mangiatoie consentono di osservare da vicino uccelli che difficilmente si fanno notare in natura, perché non sono confidenti. Ma quando hanno fame, d'inverno, si avvicinano di più e così se la ciotola è messa vicino ad una finestra e facendo ben attenzione a non farsi scorgere, potranno essere ammirati. È un'attività bellissima soprattutto per i bambini. Ed è curioso vedere da vicino come becchettano i semi. Lo stesso seme viene mangiato in modo diverso. Metti il seme di girasole. Le cianciallegre lo trattengono con le due zampette e lo becchettano fino a rompere il guscio e poi mangiare la parte interna. Il verdone lo gira nel becco, leva il primo strato e mangia il resto, insomma, scarta la buccia e si ciba solo della parte interna. La tortora dal collare bianco, invece, lo mangia intero. Il periodo ideale per riuscire a vederli è la mattina presto perché hanno fame dopo una notte passata al freddo».
Cassette nido
Questa stagione è l'ideale, se si ha manualità, anche per costruire le case degli uccelli da installare in primavera. «Queste vengono realizzate solo per gli uccelli che in natura hanno bisogno di cavità o nicchie per fare il nido - spiega Zanoni -, quindi, per capirci, il merlo, che il nido se lo costruisce, non ne avrà mai bisogno. Ma servirà per le cinciallegre, ad esempio. E faticano a trovare luoghi giusti tanto che spesso capita di trovarle addirittura nelle cassette delle poste».