<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Covid in Veneto

Zaia: «Imprenditori trattati come untori, il governo riveda il Dpcm. Scuola, non ho scelta: didattica a distanza al 75%»

Zaia - conferenza 26 ottobre 2020

All'indomani del nuovo Dpcm firmato dal premier Conte, il presidente della regione Luca Zaia fa il punto dell'emergenza Covid in Veneto

 

I DATI 

«I tamponi fatti sono oltre due milioni. Nelle ultime 24 ore 1.129 nuovi casi, attualmente positivi oltre 18mila veneti. I ricoverati oggi sono 695, in terapia intensiva 81»

 

IN VENETO PRESSIONE MA NO EMERGENZA SANITARIA

«Il virus c’è e comunque va affrontato per quello che è. Ma in Veneto significa che non c’è emergenza sanitaria. Negli ospedali si sente la pressione, nelle malattie infettive, nelle pneumologie e nell’organizzazione delle terapie intensive. Ma la comunità qui sta tentando di gestire bene l’aspetto sanitario».

 

TAMPONI DA MEDICI DI BASE

«La fase di testing va avanti con non poche difficoltà. Vogliamo portare avanti l’idea che i medici base facciano i tamponi. Se tutti i medici di base si occuperanno di fare tamponi ai pazienti che ne hanno bisogno e di attivare la sorveglianza non avremo più nessuna coda. La proposta l’ho presentata al ministero, ho avuto la notizia che questa settimana si chiude, i medici faranno un accordo nazionale che dia un precetto, e non lo si faccia più su base volontaria».

 

IL NUOVO DPCM

«Inutile che vi dica la mia posizione. Abbiamo discusso per 4-5 ore in videoconferenza. Io ho portato subito le ragioni di una comunità che sta cercando di gestire per bene la pandemia da Covid. Avevo posto la questione di insistere di più sul contrasto agli assembramenti nelle piazze o nelle zone pubbliche e sull'obbligo di mascherine e dispositivi di protezione».

 

IMPRENDITORI TRATTATI COME UNTORI

«Non ho mai fatto polemica, ma questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo accettare. Faccio appello al Governo perché lo riveda. Non ci sono dati di sanità pubblica che dimostrino che ristoranti o palestre siano responsabili dell’infezione. Avevo chiesto la chiusura alle 24.00, poi il punto caduta era stato fissato alle 23.00, ma neanche questo; chiudere alle 18.00 vuol dire farli chiudere per sempre. Sono realtà che hanno rispettato in maniera ossequiosa le linee guida, senza focolai o comportamenti delinquenziali da parte degli imprenditori. Oggi questi imprenditori sono trattati come untori. Non ne faccio un discorso paternalistico, hanno avuto coraggio di investire e di adeguarsi alle linee guida».

 

SCUOLE, DAD AL 75%

«Avevo pronta un’ordinanza in cui c’era scritto il 50% di didattica a distanza, ma oggi firmo un’ordinanza per la chiusura al 75%, non ho alternative, ma non ce l’ha nessuno dei miei colleghi» ha sottolineato Zaia annunciando il provvedimento regionale per la scuola in linea con il Dpcm. «Il Dpcm - ha aggiunto - dice che ci devono pensare le Regioni ma poi mette l’obbligo del 75%. Io lo trovo assurdo. La mia ordinanza non toccava le attività produttive, ma quelle scolastiche e la formazione professionale. Dal 28 ottobre le scuole superiori statali e paritarie adottano la didattica a distanza per non meno del 75%. La norma interessa circa 200mila ragazzi. Sarà sempre garantita la presenza agli alunni con disabilità».

 

VENETI SEMPRE RESPONSABILI

«Le attività non possono pagare il conto per il comportamento irresponsabile di qualcuno. I veneti si sono sempre comportati con responsabilità. Se potessi, metterei l’apertura dei ristoranti fino alle 24.00, mi sembra sufficiente per operatori che hanno sempre rispettato il protocollo sanitario. Il Governo abbia il coraggio di dare alle Regioni la facoltà di decidere in base ai piani di sanità pubblica».

 

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

«Penso che le manifestazioni di protesta degli imprenditori debbano essere guardate con rispetto. Gli imprenditori non hanno mai gettato bombe carta. «La protesta nell’alveo della legalità è la sublimazione della politica. Qui penso che la motivazione sia sacrosanta: sono persone che protestano perché vogliono lavorare, del proprio»

 

Leggi anche
Dpcm, Zaia contro il governo: «Regioni non ascoltate. La curva dei contagi con queste misure non si fermerà»

Suggerimenti