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Lo studio

Ricerca sui Pfas in Veneto: «Più malattie e Covid più mortale»

I Pfas provocano un aumento di ischemie, ipertensione, malattie cardiovascolari, autismo, Alzheimer e trombi, indeboliscono le ossa e riducono la fertilità nei maschi. Lo ha spiegato oggi alla Commissione bicamerale Ecomafie il professore ordinario di Endocrinologia dell’Università di Padova Carlo Foresta, che ha guidato una ricerca sugli impatti sulla salute dell’inquinamento da Pfas.

Foresta ha riferito che nelle zone più inquinate si è osservata una maggiore gravità dei sintomi e una mortalità da Covid-19 maggiore del 60%. Queste sostanze chimiche sono usate come impermeabilizzanti in varie produzioni. In Veneto gli scarichi della ditta Miteni di Trissino hanno inquinato le falde acquifere del Vicentino.
Un’elevata concentrazione di Pfas nel sangue determina un aumento dell’incidenza di patologie ischemiche, aumento del colesterolo, problemi alla nascita ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari.

Nei giovani residenti nella zona rossa è stata riscontrata la presenza di Pfas nel liquido seminale, una diminuzione degli spermatozoi e una riduzione del 10% della distanza ano genitale, connessa con una riduzione del testosterone. Un terzo dei giovani di 20 anni residenti in zona rossa presentano già osteoporosi e osteopenia alle ossa, a causa dell’azione dei Pfas che impediscono alla vitamina D di attivarsi consentendo l’assorbimento di calcio.
A un aumento dell’inquinamento corrispondono maggiori incidenze di demenza, morbo di Alzheimer, autismo, deficit di attenzione e iperattività. Foresta ha spiegato come alte concentrazioni di Pfas nel sangue favoriscano i trombi. Anche il C6O4 (uno dei Pfas) incide sulla fluidità del sangue e sulle piastrine.

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