<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Verso le elezioni

In casa FdI i criteri per le liste. E Donazzan fuori dalla corsa

I big di Fratelli d’Italia: da sinistra Berlato, Giovine, Ierardi, Formaggio, Donazzan, De Carlo
I big di Fratelli d’Italia: da sinistra Berlato, Giovine, Ierardi, Formaggio, Donazzan, De Carlo
I big di Fratelli d’Italia: da sinistra Berlato, Giovine, Ierardi, Formaggio, Donazzan, De Carlo
I big di Fratelli d’Italia: da sinistra Berlato, Giovine, Ierardi, Formaggio, Donazzan, De Carlo

Mancano 46 giorni al voto, 12 al deposito delle liste e il centrodestra a Roma sta ancora lavorando per la spartizione dei collegi per il prossimo Parlamento, in pratica, le “caselle“ che poi i partiti dovranno “riempire” con i candidati dal territorio. In casa Fratelli d’Italia Veneto, però, si fa strada una certezza: l’assessore regionale, Elena Donazzan, resta dove sta. Niente valigie per Roma. Anche se lanciatissima, in pole visto l’apprezzamento dal mondo del lavoro e dei sindacati, per le frequentazioni dei palazzi romani durante le Conferenze Stato-Regioni, competente tanto da essere chiamata al tavolo nazionale per stilare il programma del partito e del centrodestra tutto di settore, pare destinata a restare a palazzo Balbi. Perché? Colpa di due criteri che sono stati scelti da FdI regionale per definire le liste. Uno. Ricandidare gli uscenti come capolista nel proporzionale e, due, i coordinatori provinciali negli uninominali. E c’è già una eccezione: a Venezia il capogruppo in Consiglio regionale, Raffaele Speranzon, è tra i papabili per la corsa a Roma. Insomma, la grande esclusa sarebbe lei. Un caso o una scelta studiata a tavolino?

Leggi anche
Meloni: «Io premier se FdI prende più voti». Salvini: «Viminale? Per ministri e premier aspettiamo»

La cena, la canzone e i tatuaggi Si racconta di una cena nel Bellunese, a fine luglio, organizzata dal coordinatore regionale di FdI, il senatore uscente Luca De Carlo, con i consiglieri regionali, provinciali e con l’europarlamentare Sergio Berlato. In quella occasione, assente Donazzan, sarebbero stati messi a punto i criteri per la composizione delle liste, quindi le modalità con cui scegliere i nomi di chi andrà candidato nei collegi uninominali (i posti blindati) e nel proporzionale. Criteri che, appunto, escluderebbero dalla corsa Donazzan. La cosa sta suscitando scalpore all’interno del partito e non solo. Molti in questo vedono la doppia vittoria di Berlato, nemico storico di Donazzan, perché, oltre a far fuori la competitor di sempre, con una sola mossa sarebbe riuscito a piazzare a Roma un suo uomo fidato, Mattia Ierardi, assessore del Comune di Vicenza. Il cerchio magico si è formato anche in casa FdI? Donazzan, raggiunta ieri al telefono mentre si trova in ferie, si limita a commentare: «La leader di Fratelli, Giorgia Meloni, non vuole correnti nel partito. E io concordo con lei». C’è chi, tuttavia, sostiene che l’indicazione arrivi direttamente da Roma, da Meloni stessa per evitare di essere attaccata sui soliti temi da cui cerca di prendere le distanze. Pesano ancora su Donazzan l’aver canticchiato per radio “Faccetta nera” e le dichiarazioni sul caso dell’insegnante gender che si è suicidata. Di contro, anche i tatuaggi di Ierardi, di stampo nostalgico, sono al centro delle chat dei big di FdI di questi giorni e potrebbero pesare sulla decisione finale che comunque sarà presa a Roma.

Centristi E torniamo a Roma dove, si diceva, a ieri si stava ancora lavorando alla spartizione dei collegi. Il grosso è stato deciso: la Lega prevale al Nord, in particolare in Veneto e in Lombardia, rispetto a FdI che, invece, è più presente al Centro e al Sud. C’è ancora la partita dei centristi da chiudere. L’accorpamento elettorale tra Coraggio Italia del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e l’Udc del padovano Antonio De Poli, decretato venerdì scorso è superato. A ieri pomeriggio l’orientamento dei partiti centristi del centrodestra - quindi anche Italia al centro di Giovanni Toti e Noi con l’Italia di Maurizio Lupi - è di presentarsi in una lista unica alle elezioni del 25 settembre. L’accordo di coalizione, ipotizzato ieri, porterebbe a 13 collegi uninominali invece di 11 dei giorni scorsi. In più, ci sarebbe il vantaggio di superare la soglia di sbarramento del 3% agilmente. Il difficile, però, è trovare l’equilibrio tra partiti. Vedremo come andrà a finire. 

Cubo di Rubik In ogni caso, finché queste caselle non saranno definite, tutto è in sospeso. Apparentemente. FdI, avendo già definito i criteri, vedrebbe per Vicenza la deputata uscente, Maria Cristina Caretta, capolista nel proporzionale e Ierardi all’uninominale. A Padova Elisabetta Gardini, ex europarlamentare, e a Verona Ciro Maschio, deputato uscente. Poi a Belluno il senatore e coordinatore De Carlo e a Treviso Giuseppe Montuori. A Venezia, l’eccezione: il coordinatore, Luca Pavanetto, non sarebbe in pista per l’uninominale, bensì il capogruppo del consiglio regionale, Raffaele Speranzon. Questo perché Pavanetto sarebbe destinato a entrare al Ferro Fini come primo dei non eletti al posto di Speranzon.

Cristina Giacomuzzo

Suggerimenti