<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Regione Veneto

Caccia, adesso si spara una giornata in più. Ma è polemica

La Regione, sentito l’Ispra, delibera l’allungamento fino a novembre. L’assessore Corazzari firma il provvedimento dopo lo stop del Consiglio di Stato
Doppiette venete: salgono a quattro le giornate a settimana per sparare
Doppiette venete: salgono a quattro le giornate a settimana per sparare
Doppiette venete: salgono a quattro le giornate a settimana per sparare
Doppiette venete: salgono a quattro le giornate a settimana per sparare

La Regione Veneto autorizza i cacciatori a sparare agli uccelli migratori per quattro giorni alla settimana fino a fine novembre, concedendo una sola giornata integrativa in più, non due come inizialmente stabilito in calendario venatorio. Questo è il provvedimento che l’assessore alla caccia, Cristiano Corazzari, martedì ha fatto approvare in Giunta. 

Il fronte dei cacciatori però è ancora diviso. Da una parte c’è Sergio Berlato, europarlamentare di FdI e presidente dell’Associazione per la cultura rurale, che non è soddisfatto: «Per ora sospendiamo la maxi manifestazione del 28 ottobre», dice, ma detta anche altre condizioni all’indirizzo della Giunta. L’altro fronte di cacciatori - composto da 9 sigle tra cui quella del presidente di Federcaccia, Giampiero Possamai, consigliere regionale Lega, e dell’Associazione Cacciatori italiani, della deputata FdI, Maria Cristina Caretta - è soddisfatto. «Non si tratta di giocare a guardie e ladri - sostiene Possamai -. Qui la Regione ha fatto il massimo. Il problema è l’Ispra che sta tenendo posizioni ideologiche».

Tempi e allodole

Dopo lo stop di Tar e Consiglio di Stato, la Regione ha dovuto togliere dal calendario venatorio originario le 2 giornante integrative che avrebbero fatto salire a 5 i giorni a settimana in cui i cacciatori veneti avrebbero potuto sparare agli uccelli migratori che stanno attraverso i nostri territori in questo periodo. Sono seguite la manifestazione a Venezia delle doppiette di Berlato che ne ha poi annunciata un’altra per il 28 ottobre, mentre l’altro fronte si è ritrovano nel Trevigiano per un’assemblea a cui ha partecipato l’assessore. Nel frattempo Corazzari ha chiesto un altro parere a Ispra che ha permesso di definire la nuova delibera appena approvata. «Con questa iniziativa - dice - sarà concessa una giornata in più ai cacciatori e sarà possibile sparare a tutte le specie già previste, tranne alle Allodole, come da indicazione dell’Istituto. Non mi aspetto ricorsi: stavolta abbiamo un parere positivo di Ispra».

Il 30 novembre

Finita qui? No. Berlato legge la delibera come «un atto di distensione nei nostri confronti», dichiara. Quindi niente manifestazione il 28 ottobre. Ma attacca: «Avevamo ragione fin dall’inizio: se il calendario fosse stato costruito meglio non ci sarebbero stati questi stop. Non siamo soddisfatti. Chiediamo ciò per cui i cacciatori hanno pagato secondo il calendario regionale originale: 2 giornate integrative, non una. A breve chiederò un incontro con Corazzari per evidenziare due punti. Uno. Serve un provvedimento per inserire la seconda giornata. Due. Serve un’altra delibera per blindare il calendario: ci preoccupa l’udienza del 30 novembre al Tar quando si dovrà discutere nel merito l’impugnativa».

La sospensiva è già concessa dal Tar. I ricorrenti, la Lega anticaccia (Lac), hanno contestato anche altri punti del calendario tra cui la durata in termini di ore della giornata venatoria per ridurla e poi chiedendo la chiusura anticipata della stagione. «Qui rischiamo di cacciare sempre meno - teme Berlato -. Il provvedimento originario della Regione è aggredibile. Serve un’altra delibera. Se Corazzari non ci darà retta, torneremo a Venezia con la manifestazione di protesta che abbiamo solo sospeso».

Pd: «Poveri migratori»

Possamai parla a nome delle altre sigle (Fidc, Anlc, Anuu, Enalcaccia, Italcaccia, Arcicaccia, Eps, Cacciatori italiani, Cpa): «Rappresentiamo l’80% dei cacciatori. Abbiamo incontrato l’assessore e abbiamo compreso che sta facendo tutto il possibile per tutelare gli interessi delle doppiette. È un risultato questo provvedimento». Il vero problema secondo loro è che Ispra dovrebbe far riferimento alla Presidenza del consiglio e non più al Ministero per la Transizione ecologica, ex Ambiente. Interviene Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd: «È impressionante l’accanimento usato dalla Regione per andare contro ben tre pronunciamenti dei magistrati amministrativi, Tar e Consiglio di Stato, che avevano sentenziato come le due giornate integrative fossero del tutto illegittime. Aspetto di leggere il parare Ispra, perché secondo me Corazzari ancora non ce la racconta giusta. Povera fauna selvatica».

Leggi anche
Incidente di caccia nel Bresciano: 78enne trovato morto nei campi

Cristina Giacomuzzo

Suggerimenti