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Veneto

Le doppiette venete in piazza. Il calendario venatorio diventa un caso politico

Dopo la protesta in piazza dei cacciatori di FdI. L’assessore Corazzari: «Non accetto ultimatum da Berlato o dalle associazioni»

«Non mi faccio tirare la giacca da nessuno. E gli ultimatum? Per me non esistono». Cristiano Corazzari, assessore regionale alla caccia, lo dice chiaro: «Noi cerchiamo di lavorare al meglio. Avevamo dichiarato, e così abbiamo fatto, di essere intenzionati a difendere in tutte le sedi il calendario venatorio veneto. Abbiamo già inviato ulteriore documentazione all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per avere un parere favorevole all’introduzione delle due giornate aggiuntive. Spero arrivi a breve». 

Udienze e carte bollate per il piano venatorio regionale

Intanto, dopodomani è prevista la collegiale del Consiglio di Stato sulla sospensiva dopo la bocciatura del Tar. Insomma, è una guerra a suon di carte bollate e, in mezzo, c’è il popolo delle doppiette che resta in febbricitante attesa. Questo perché è il periodo d’oro per la caccia: gli uccelli migratori stanno iniziando a passare proprio in questi giorni. La Regione in origine aveva previsto un calendario con 2 giornate aggiuntive di caccia, arrivando così a 5 a settimana fino alla fine di novembre.

Tar e Consiglio di Stato hanno bocciato la Regione

Il Tar prima e il Consiglio di Stato poi, però, si sono opposti, annullando. La reazione? Non si sono mobilitati i cacciatori che fanno riferimento a Federcaccia, più vicina alla Lega, e quelle che orbitano attorno. Solo quelle che fanno riferimento all’Associazione cultura rurale guidata dall’europarlamentare di FdI, Sergio Berlato, sono scese in piazza a Venezia in modo clamoroso. Ed era stato Berlato a lanciare l’ultimatum a Corazzari: «Entro il 10 ottobre un provvedimento o sarà mobilitazione».

Si attende il parere dell'Ispra per prendere una decisione

Il tempo è trascorso, ma Corazzari non ha firmato nulla. E spiega: «Non ho intenzione di firmare ordinanze senza il parere dell’Ispra che ormai è considerato vincolante per il Tar, anche se non lo dovrebbe essere. Ed è un punto che come Regione contestiamo. Poi non ho intenzione di seguire l’ipotesi che mi è stata suggerita da Berlato, tagliando fuori una parte di Veneto. Con gli uffici ci stiamo muovendo per tutelare la bontà del nostro calendario. Calendario che abbiamo definito su dati tecnici e ascoltando le associazioni, tutte. La struttura ha inoltrato all’Ispra nuovi e ulteriori dati: attendiamo il parere. Se questo sarà positivo, provvederò a emanare un’ordinanza di ripristino delle 2 giornate aggiuntive. Altrimenti? Ci penseremo».

La guerra diventa una partita politica

Gli appuntamenti in tribunale sono due: giovedì il Consiglio di Stato spiegherà i motivi che hanno portato alla bocciatura della richiesta di sospensiva della Regione. Il 30 novembre la trattazione sul merito del ricorso della Lac (Lega anticaccia) contro la Regione sul calendario. Corazzari è atteso oggi pomeriggio a Quinto di Treviso per un confronto organizzato dalla neo rieletta deputata, Maria Cristina Caretta, FdI. Conclude Corazzari: «La caccia, si sa, è ormai sotto attacco. E le dinamiche all’interno delle associazioni sono sotto gli occhi di tutti. Talvolta, però, sono legate più ad aspetti che non hanno nulla a che vedere con la caccia vera a propria».

Cristina Giacomuzzo

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