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Il caso

Stop al calendario venatorio. Il Tar lo sospende

Bloccata la parte del programma che prevedeva l’apertura della stagione per alcune specie di volatili prima del 1° ottobre. L’assessore Corazzari: «Profondamente delusi»

Il Tar sospende il calendario venatorio. Attraverso l'ordinanza 798, il tribunale amministrativo regionale del Veneto, per effetto dell’istanza cautelare ottenuta dalla Lac (Lega per l’abolizione della caccia), ha disposto la sospensione della parte del programma che prevede l’apertura della caccia prima del 1° ottobre, per alcune specie: beccaccia, germano reale, folaga, gallinella d’acqua, alzavola, mestolone, canapiglia, porciglione, fischione, codone, marzaiola, beccaccino, frullino, tordo bottaccio, cesena, tordo sassello, starna, fagiano e quaglia. 
Il tribunale, inoltre, ha sospeso le due giornate aggiuntive a settimana (oltre alle tre già previste dalla Regione, per il periodo che va dal 1° ottobre al 30 novembre per le specie migratorie

Le motivazioni della decisione del Tar

Il Tar ha spiegato che le «pur articolate motivazioni dedotte dalla Regione a sostegno dell'apertura della caccia prima del primo ottobre non paiono idonee a superare il parere espresso dall’Ispra in relazione a tali specie e che le argomentazioni dedotte dalla Regione a sostegno della concessione delle giornate aggiuntive per il periodo ottobre-novembre per le specie migratorie non appaiono pienamente convincenti». 

Il commento dell'assessore regionale alla caccia, Corazzari

Amaro il commento di Cristiano Corazzari, assessore regionale alla caccia. «Siamo profondamente delusi della ordinanza del Tar che non tiene minimamente conto di tutte le argomentazioni portate a supporto del calendario venatorio e che ha accolto completamente il parere dell’Ispra. Ricordo che la norma nazionale prevede che il parere dell’Ispra sia parere consultivo e non vincolante. Impugneremo in ogni sede idonea questo provvedimento -aggiunge l’assessore - certi della fondatezza del nostro calendario». 


Sulla decisione del tribunale regionale interviene duramente anche Alessandro Salvelli, presidente di Federcaccia Verona. «Siamo sconcertati. Si tratta di un provvedimento ideologico, prevenuto e non meditato a fondo», tuona l'esponente dell'associazione di cacciatori. «Ai tanti appassionati che hanno speso soldi in tasse regionali e nell'acquisto di materiali viene impedito di cacciare, anche alle tante persone anziane, solite appostarsi nei capanni», aggiunge Salvelli, che poi critica anche la Regione. «Ciò però dimostra anche come il calendario venatorio predisposto dagli uffici regionali fosse vulnerabile. Se i funzionari della Regione non sono in grado di stilare un calendario inattaccabile, vanno sostituiti», attacca il presidente della sezione scaligera della federazione di categoria. «Ci sono alcuni provvedimenti, infatti, che lasciano alquanto perplessi, come il permesso di caccia al capriolo con cane segugio al seguito (quando nel settore tutti opterebbero per una soluzione più logica come la caccia di selezione da appostamento o simili), che fa comprendere la poca conoscenza della materia da parte della Regione». 

L'istanza presentata dalla Lac

La Lega abolizione caccia, invece, esprime la propria soddisfazione «per questo primo importante risultato a tutela del nostro patrimonio faunistico, provato dalla grave siccità estiva ed assoggettato ad una pesante pressione venatoria in Veneto».  L’udienza di merito sulla causa, compresi altri aspetti del calendario venatorio regionale, è stata fissata dal Tar al prossimo 30 novembre.

Emanuele Zanini

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