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La linea del governo

Coronavirus, Boccia: «Con 600 morti al giorno è fuori luogo parlare di sci»

Tutti i Paesi europei si interrogano sull’opportunità di aprire gli impianti
Tutti i Paesi europei si interrogano sull’opportunità di aprire gli impianti
Tutti i Paesi europei si interrogano sull’opportunità di aprire gli impianti
Tutti i Paesi europei si interrogano sull’opportunità di aprire gli impianti

«Con seicento morti al giorno è fuori luogo parlare di pista da sci e cenoni» lo ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali, Francesco
Boccia, rispondendo alla domanda se potranno riaprire gli impianti sciistici. «Natale e Capodanno sono ancora più fuori luogo», ha aggiunto. «Le Regioni oggi hanno consegnato delle linee guida sulle quali ci confronteremo quando ci saranno le condizioni per riaprire, oggi non ci sono. Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci saranno le condizioni e per fare cosa».

 

SCIARE ALL'ESTERO

Sullo sci a Natale ai tempi del coronavirus non si dibatte solo in Italia. Tutti i Paesi europei che ospitano rinomate località di montagna in questi giorni si interrogano sull’opportunità di aprire gli impianti e studiano piani per tentare di salvare la stagione, almeno nel periodo
delle feste. La Francia ha annunciato una decisione nei prossimi dieci giorni perchè le incertezze sono ancora tante. 

La Svizzera, ad esempio, che in questa fase ha deciso di non imporre un lockdown, ha tenuto le sue stazioni sciistiche sempre aperte e non intende chiuderle proprio nel picco della stagione.

In Austria, la cui popolare località sciistica di Ischgl fu teatro del primo grande focolaio europeo di Covid, si punta a uno screening di massa per far ripartire economia, scuole e anche lo sci alla fine del lockdown, il 5 dicembre.

La Slovenia conta di riaprire i suoi impianti i primi di dicembre, se sarà confermata la fine del lockdown a fine novembre.

 

LE "FASCE" DELLE REGIONI

Boccia ha anche aggiunto: «Questo Dpcm non cambia e le aree restano queste fino al 3 dicembre poi siccome l’obiettivo non può essere solo l’Rt ma tenere sotto controllo le reti sanitarie». «Molti italiani non ci saranno più il prossimo Natale, ma non dobbiamo perdere il senso di comunità. So che è dura, per le famiglie, per i ragazzi che vanno a scuola, per i lavoratori sanitari, e per tutti. Noi però dobbiamo reggere ancora questo mese, dobbiamo tenerci per mano e sono sicuro che vinceremo e ne usciremo più forti di prima».

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