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Veneto

Medico di base torna a casa dopo 7 mesi di ricovero per Covid: «Vengano Zaia e Speranza a fare i tamponi»

Code per i tamponi e, a destra, la dottoressa Franca Mirandola
Code per i tamponi e, a destra, la dottoressa Franca Mirandola
Code per i tamponi e, a destra, la dottoressa Franca Mirandola
Code per i tamponi e, a destra, la dottoressa Franca Mirandola

Mamma di tre figli, medico di base a Verona e sindacalista della Fismu (Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti), Franca Mirandola oggi è tornata a casa dopo sette mesi di ospedale a causa del Covid. Ha percorso i 16 gradini di casa con la fatica sulle spalle dello scalatore che raggiunge la cima sognata da mesi. Un lungo viaggio nella sofferenza tra gli ospedali, l'intubazione, la tracheostomizzazione, il passaggio in rianimazione e, infine, la lunga fase della riabilitazione. «Sono una burlona ma il ricordo di quanto accaduto mi fa soffocare, mi toglie il respiro - confessa, dicendosi pronta a tornare a lavorare - come se avessi ancora il tubo in bocca».

 

«Mi ha infettata un paziente del mio studio - ha raccontato all’Ansa - e io a mia volta ho contagiato mio marito. Lui si è rimesso in breve tempo, io da mesi combatto con "la bestia"». Il virus, dice, «l’ha colpita duramente, portandola due volte in fin di vita in rianimazione. E ancora lotto - aggiunge - con le conseguenze della malattia». 

 

Alla vigilia delle dimissioni, la dottoressa ha polemizzato con il governatore del Veneto Luca Zaia che ha chiesto a tutti i medici di base della regione di fare in ambulatorio il test Covid ai loro pazienti. «L’ordinanza interpreta punitivamente un già inconsistente, e inadeguato, accordo nazionale, che da una lato impone l’obbligatorietà per i medici di fare i test per il coronavirus, dall’altro prevede la necessità che fossero fatti in sicurezza - sostiene Mirandola -. Una condizione, questa ultima, che esclude la maggioranza degli ambulatori, oltre l’80% delle strutture, e impone alle istituzioni pubbliche di mettere a disposizione locali adeguati, personale, e, in tutti i casi, sufficienti dispositivi di protezione personale». E conclude, rivolgendosi al presidente del Veneto: «Per fare un tampone, basta fare un mini-corso, non è necessario un medico: vada lei e la sua Giunta a farli, magari viene anche il ministro Speranza (che ha tanto celebrato l’accordo nazionale) senza dispositivi di sicurezza, come chiedete a noi».

 

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