In Veneto «i tamponi rapidi non sono ancora arrivati ai medici di base, ma è bene essere chiari nel dire che i destinatari di questo metodo diagnostico non sono tutti i cittadini». Lo ha precisato all’Ansa Domenico Crisarà, presidente provinciale della Fimmg di Padova, in merito ai test con i tamponi rapidi che a breve saranno a disposizione anche dei medici di base.
I destinatari, ha puntualizzato Crisarà, saranno «solo le persone che si trovano in quarantena fiduciaria perché sono venute a contatto con una persona positiva, o chi verrà individuato dallo stesso medico con sintomi particolari; non possiamo ritrovarci con code di cittadini in fila per il tampone davanti agli studi medici».
Crisarà ha ricordato inoltre che «in Veneto sono 700 i medici volontari che hanno già effettuato 2.000 test rapidi; ora, in base all’accordo su scala nazionale, la nostra regione avrà 3.100 medici disponibili a fare il tampone, 600 solo a Padova, ma l’informazione deve essere chiara, questo metodo si applica in casi specifici, non a tutta la popolazione. Dobbiamo tener conto anche - ha concluso - che mediamente ogni medico di base vede una trentina di persone al giorno per altre patologie, e fa una media di una ventina di telefonate al giorno ai pazienti, è chiaro che serve un modello organizzativo nuovo».
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