«È una vendetta. Ho scritto una lettera alla Regione denunciando che i test rapidi, per i quali sono pronti a spendere 150 milioni, in realtà non funzionano, sono troppo poco "sensibili". Da Venezia nessuna risposta. O meglio: adesso arriva questo...». È la reazione del prof Andrea Crisanti, responsabile della Microbiologia dell’Università di Padova, alla nuova puntata della querelle - una ricostruzione sul caso tamponi-Vo' riportata nel libro di Bruno Vespa - tra lui, la Regione Veneto e il governatore Zaia.
Lo scienziato minaccia querele per diffamazione. Nel libro di Vespa si parla in particolare di una lettera inviata dalla direttrice del Dipartimento prevenzione regionale, Francesca Russo, a Nature per smentire la ricostruzione (e i meriti) dell’esperienza Vo' che si sarebbe attribuito Crisanti in un articolo sulla stessa prestigiosa rivista scientifica. «Di una cosa - dice Crisanti al Corriere Veneto - sono certo: quella lettera non è mai stata recapitata a Nature. Loro mi inoltrano tutte le osservazioni al mio articolo sullo studio condotto a Vo', anche quelle apparentemente più insignificanti. Della missiva citata da Vespa non c’è traccia». «Sono menzogne - aggiunge il professore - Ho telefonato a Bruno Vespa, gli ho fatto avere i documenti che dimostrano la vera paternità di quelle misure e gli ho chiesto di smentire tutto e di togliere quel capitolo dal suo libro. Altrimenti saranno i tribunali a stabilire se questa è, o meno, diffamazione».
«Cosa direi a Zaia se lo avessi davanti ? Direi che mi fa pena» conclude Crisanti.
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