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L'AUTOSTRADA

«Ora la A31 è fondamentale. Si faccia lo sbocco a nord»

Sul tema intervengono anche i candidati sindaci di Schio. La voce delle imprese arriva da Confindustria
La A31 a Piovene Rocchette. Da più parti si chiede la prosecuzione verso il Trentino
La A31 a Piovene Rocchette. Da più parti si chiede la prosecuzione verso il Trentino
La A31 a Piovene Rocchette. Da più parti si chiede la prosecuzione verso il Trentino
La A31 a Piovene Rocchette. Da più parti si chiede la prosecuzione verso il Trentino

Un’opera necessaria per il tessuto economico vicentino, tanto più oggi, in un periodo in cui i collegamenti verso nord sono costantemente messi alla prova da frane e smottamenti. È la Valdastico Nord, il prolungamento dell’A31, che si prospetta come un’opera di vitale importanza per il territorio berico. Una visione, questa, sulla quale concordano i due candidati sindaci a Schio e gli industriali vicentini.

Parlano i candidati sindaco

«È una questione annosa», sottolinea Cristina Marigo, attuale vicesindaco di Schio e candidata alla poltrona di primo cittadino in continuità con l’amministrazione Orsi. «Sappiamo che buona parte del mercato delle nostre aziende si rivolge all’estero. In particolare, l’ipotesi di tracciato con sbocco a Trento è quella che risponde meglio alle esigenze del nostro territorio. Bisogna dare risposte alle aziende in termini di trasporti e logistica e dobbiamo ricordarci di rispettare le direttive europee in merito al trasporto su gomma. Ovviamente, poi, quando si va a realizzare un’opera simile, si deve considerare l’impatto ambientale ed economico». 

«Non c’è dubbio che vi sia la necessità di un collegamento con il Trentino», concorda l’altro candidato sindaco scledense, Cristiano Eberle. «Allo stesso tempo non ho ancora chiarezza sul progetto in termini di flussi, di equilibri progettuali e di sostenibilità ambientale. Una volta presentato il progetto, lo potremo studiare e ci potremo pronunciare in modo più oggettivo. Sono abituato a fare valutazioni programmatiche, ragionando sui numeri». Lo sbocco a nord è chiesto a gran voce da tempo anche dagli imprenditori vicentini.

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La posizione di Confindustria Vicenza

«È dalla fine degli anni Sessanta che si parla di Valdastico Nord, perché si tratta di un ovvio e naturale sbocco per i flussi legati alla manifattura e al turismo del Veneto e non solo», sottolinea Claudio Pozza, delegato Infrastrutture Confindustria Vicenza. «Da sempre peroriamo un’uscita il più possibile a nord, perché l’obiettivo è raggiungere il più velocemente possibile il Brennero, ovvero la porta dei mercati del centro e nord Europa. Oggi, peraltro, ci troviamo in una condizione di emergenza infrastrutturale su tutta la direttrice nord, come testimoniato dalle continue frane che stanno interessando la statale Valdastico 350 e la Valsugana. Nonostante questo, la prosecuzione a nord dell’A31 continua ad essere in una situazione di stallo, dalla quale sarà possibile uscire soltanto se tutte le istituzioni coinvolte sapranno riprendere un dialogo che le porti a definire le esigenze dei rispettivi territori, delle comunità e dei sistemi economici che vi sono insediati, trovando l’indispensabile punto di equilibrio, che non potrà non essere il frutto di una costruttiva mediazione».

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Serve un tavolo comune

«L’unico passo in avanti fu fatto tra il 2015 e il 2016, quando si registrò un impegno diretto del governo, che consentì di superare la procedura di infrazione europea relativa alla proroga della concessione autostradale della A4 e A31. Serve, quindi, riaprire un tavolo comune che porti ad una progettualità definitiva verso nord, ma a questo punto la soluzione non può che essere politica, che sia in grado anche di superare i posizionamenti strumentali all’individuazione del futuro concessionario dell’A4 e dell’A31. Auspichiamo, perciò, un impegno congiunto della Regione Veneto, della Provincia autonoma di Trento e del ministero delle infrastrutture e trasporti, peraltro in questo momento uniti da un’affinità politica e siamo disponibili a fare la nostra parte se potesse agevolare il raggiungimento del risultato».

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Ora un'altra struttura vitale

«Abbiamo necessità di uno sbocco a nord con urgenza», spiega Silvia Marta, presidente del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza. «Dopo decenni siamo finalmente riusciti ad avere un’importante infrastruttura che collega trasversalmente il Trevigiano con l’Ovest Vicentino via Pedemontana. Ma siamo una zona produttiva tra le più dinamiche del Paese, che esporta il meglio del Made in Italy in tutto il mondo e in particolare in Europa e, ancor più precisamente, in Germania. Serve uno sbocco a nord. Se si tratta della Valdastico Nord tanto meglio, sarebbe la soluzione d’eccellenza. Poi, se la Valdastico prosegue nel suo limbo, si trovi una soluzione alternativa per collegare Trentino e Pedemontana veneta. Ce ne sono già in campo da anni, se ne dia attuazione o si proceda con nuove progettualità. Ma in fretta».

Uno sbocco a nord

«Oggi abbiamo un Alto Vicentino bloccato, le merci, da Schio, per andare al Brennero, devono scendere via Pedemontana a Montecchio, andare a Verona e poi prendere per il Brennero. Un viaggio lungo oltre 300 chilometri, senza tener conto che l’A4 e l’A22 sono arterie già congestionate. Con una Valdastico Nord aperta, parliamo potenzialmente di almeno 90 chilometri di meno, si parla di quasi il 30 per cento in meno, ovvero meno consumi, inquinamento, costi».

Matteo Carollo

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