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L'autostrada

A31 Valdastico. Addio sbocco a Rovereto sud

di Piero Erle
Pareri contrari bloccano l’iter. Resta uno spiraglio: il traffico in Valsugana riporterebbe all’ipotesi Trento sud
L'autostrada A31 Valdastico nel tratto nord termina a Piovene Rocchette (Foto Archivio)
L'autostrada A31 Valdastico nel tratto nord termina a Piovene Rocchette (Foto Archivio)
L'autostrada A31 Valdastico nel tratto nord termina a Piovene Rocchette (Foto Archivio)
L'autostrada A31 Valdastico nel tratto nord termina a Piovene Rocchette (Foto Archivio)

Addio alla Valdastico Nord che sbocca a Rovereto. È la conclusione chiara di una sequenza di colpi contro l’autostrada A31 che si sono susseguiti in rapida sequenza in quel di Trento. I primi due colpi sono stati istituzionali: due pareri negativo alla variante urbanistica presentata dalla giunta Fugatti per spianare la strada e piegare l’A31 da Pedemonte Vicentino a Rovereto sud. Il primo è arrivato sia dalla commissione “Territorio” del Consiglio provinciale, il secondo dai Comuni trentini riuniti nel Consiglio delle autonomie (27 no, 2 astenuti). Tanto che il vicepresidente Mario Tonina ha detto chiaramente che quella variante di sicuro non arriverà in porto per ottobre, quando la Provincia di Trento andrà al voto.

Il patto politico

Ma il terzo colpo è ancora più pesante perché politico. Il governatore leghista Maurizio Fugatti infatti mira alla rielezione, benedetto dal leader di partito e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, ma ha problemi a convincere l’alleato Fratelli d’Italia (che tra l’altro ha sempre espresso freddezza sul progetto A31 Valdastico a Rovereto), che scalpita ed è tentato di proporre un suo candidato governatore. E allora Fugatti intanto ha già messo in cascina l’accordo con il Patt, il Partito autonomista trentino. Il quale però la sua l’ha detta chiara: «No allo sbocco della Valdastico a Rovereto», perché i mezzi pesanti del Veneto diretti al Brennero finirebbero per preferire la Valsugana con sbocco a Trento.

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Lo spiraglio

Se queste sono le cannonate pesanti, c’è poi da segnalare la raffica di singoli colpi che i sindaci trentini hanno sparato nel loro parere negativo alla variante del Piano urbanistico provinciale che aprirebbe la strada all’A31 verso Rovereto. Per i primi cittadini della vasta area interessata (Trento e Rovereto in testa) non c’è nessuna chiarezza sugli effettivi impatti che l’autostrada avrebbe sull’ambiente e sullo sviluppo economico trentino, e neppure sui reali flussi di traffico a cui darebbe sbocco: «Al massimo dalla statale Valsugana porterebbe via meno del 15% di traffico, troppo poco», ha assicurato ad esempio il sindaco di Besenello.

Ecco appunto. È qui che, come sempre, si apre ancora lo spiraglio che mantiene in vita, ma sempre più esilmente, il progetto della Valdastico: il traffico, soprattutto quello pesante, che sale a Trento lungo la Valsugana. La superstrada Pedemontana veneta Spv infatti ora è aperta in tutto il tratto est, che si congiunge anche alla A28 Conegliano-Pordenone. Il navigatore sullo smartphone invita chi vive a Treviso e deve salire a Trento a percorrere la Spv fino a Bassano, e poi imboccare la Valsugana, senza far giri lunghi per l’A4 fino a Verona e salire poi lungo l’A22.

Morale: è facile che in Valsugana, già spesso sotto assedio per camion e auto, il traffico cresca ancora. E lo sbocco della Valdastico Nord verso il Trentino è stato sempre indicato proprio come la soluzione per far respirare l’ampia vallata del Brenta. Lo stesso Patt alleato di Fugatti sottolinea che per l’A31 è meglio orientarsi sull’uscita a Trento sud, «che garantirebbe un alleggerimento del traffico sulla Valsugana e l’eliminazione del rischio di sversamenti di inquinanti nel lago di Caldonazzo».

E il sindaco di Rovereto, acerrimo nemico dello sbocco dell’opera in casa sua, precisa: «Ci esprimiamo non a favore o contro la Valdastico. Ma sull’uscita a Rovereto sud».

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Un orizzonte che si chiude

Va anche sempre ricordato che anche alle categorie economiche del Vicentino, Confindustria in testa, lo sbocco “piegato” su Rovereto pare indigesto, mentre quello più a nord verso Trento è storicamente sostenuto. E la stessa società concessionaria Autostrada Brescia-Padova ha fatto sempre capire, dietro le quinte, che lo sbocco verso Trento garantirebbe di sicuro più flussi di traffico e meno problemi di impatto ambientale (per andare verso Rovereto ad esempio, passando sotto l’area del Pasubio, c’è da garantire sicurezza a sorgenti d’acqua).

Ma è anche vero che tra poco, cioè nel 2026, la concessione della Brescia-Padova va a scadenza. E la Regione Veneto a guida Zaia ha già fatto capire a chiare lettere che l’ideale sarebbe prendersela e portarla a casa, cioè con una gestione “in house” che riunisca anche il Passante di Mestre e la Padova-Venezia, oltre ad altre ipotesi suggestive come la Venezia-Belluno e la Padova-Bologna ora tornate in capo allo Stato.

Insomma, in politica tutto è possibile ma dopo 50 anni di storia e di progetti la sensazione è che la A31 Valdastico da Badia Polesine a Piovene Rocchette rischi di essere sempre più vicina a un addio al suo sbocco finale a nord.

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