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PREMIO LETTERATURA D’IMPRESA Sabato

Industria e servizi valorizzati nei libri. Arriva il vincitore

La premiazione sarà sabato
La premiazione sarà sabato
La premiazione sarà sabato
La premiazione sarà sabato

Il Premio Letteratura d’Impresa, nato dall’idea di valorizzare opere che raccontano in modo nuovo e autentico l’Italia nel mondo dell’industria e dei servizi, giunge alla seconda edizione. E sarà consegnato durante il Festival Città Impresa in un evento (in presenza e sui canali digitali) sabato alle 15 a Palazzo Chiericati. Il Premio, che ha debuttato con la sua prima edizione tra il 2020 e il 2021, ha avuto una risposta molto positiva da editori e autori. «Da anni diciamo che siamo in presenza di un Paese che non capisce l’essenzialità, sul piano economico e sociale, del fare impresa - ha sottolineato Antonio Calabrò, direttore della Rete Musei d’Impresa e presidente della Giuria -. Il senso del Premio è quello di valorizzare quelle opere che raccontano, in modo originale e innovativo, ciò che fare impresa significa e significherà per lo sviluppo equilibrato del Paese: è un’occasione per diffondere i valori della cultura d’impresa positiva sul nostro territorio». Della cinquantina di candidature iniziali, sono stati selezionati 20 testi dalla commissione tecnica. La scelta delle cinque opere finaliste spetterà al Comitato tecnico, composto da personalità dell’economia e della cultura d’impresa come tra gli altri Marco Bettiol docente dell’Università di Padova, Magda Bianco, titolare del Servizio tutela dei clienti e antiriciclaggio della Banca d’Italia, Paola Dubini della Bocconi di Milano, lo scrittore Giuseppe Lupo, Ivana Pais della Cattolica di Milano, Luca Vignaga, amministratore delegato della Marzotto Lab, Federico Visentin, presidente di Mevis e della Fondazione Cuoa, Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost. Le opere finaliste selezionate dal Comitato e già annunciate a metà gennaio sono: “Fabbrica Futuro” di Marco Bentivogli e Diodato Pirone (Egea), un racconto del caso Fiat-Fca e del superamento del fordismo dal punto di vista del lavoro in fabbrica; “Fronte di scavo” di Sara Loffredi (Einaudi), che esplora l’intima relazione tra uomo e montagna nel caso emblematico del traforo del Monte Bianco, considerata la più grande operazione di “chirurgia geografica” del secondo dopoguerra; “Instant Moda” di Andrea Batilla (Gribaudo), che rivela come dietro a quelle che a molti appaiono frivole tendenze passeggere ci sia tutto un mondo da scoprire; “La classe avversa” di Alberto Albertini (Hacca Edizioni), romanzo sul tramonto del modello industriale a gestione familiare che tanto ha fatto la fortuna dell’Italia e del Nordest; “Questione di Stilo” di Cesare Verona e Adriano Moraglio (Giunti), che racconta con le parole del nipote del fondatore la vera storia della più importante fabbrica italiana di penne stilografiche Aurora. I testi devono però affrontare la prova più difficile: la lettura, il giudizio e infine il voto della Giuria dei lettori, nominata dal Comitato tecnico e composta da 150 tra imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e degli istituti di ricerca e giovani laureandi.