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DA BASSANO AL GIRO D'ITALIA

Wilier, un'eccellenza su due ruote col pensiero rivolto a Trieste italiana

Fiorenzo Magni, vincitore del Giro d'Italia del 1948
Fiorenzo Magni, vincitore del Giro d'Italia del 1948
Fiorenzo Magni, vincitore del Giro d'Italia del 1948
Fiorenzo Magni, vincitore del Giro d'Italia del 1948

Il 6 giugno del 1948 in volata il toscano Fiorenzo Magni in sella a Wilier Triestina arrivando da Brescia a Milano vinceva la trentunesima edizione del Giro D’Italia. Quell’edizione della corsa rosa fu combattutissima data la presenza di grandi campioni dell’epoca: l’esperto Gino Bartali, il “campionissimo” Fausto Coppi, Antonio Bevilacqua, Vito Ortelli; gareggiavano le quasi invincibili squadre della Peugeot, Legnano e Bianchi. Fiorenzo Magni insieme al suo compagno di squadra, il triestino Giordano Cottur che si classificò terzo in quel Giro, scrisse un vero pezzo di storia sportiva vicentina in quanto la squadra della Wilier Triestina era di Bassano ed era la prima compagine di Vicenza e provincia ad aggiudicarsi il prestigioso titolo ciclistico.
La Wilier Triestina nacque come squadra di ciclismo appena finito il secondo conflitto mondiale in seno all’omonima fabbrica di biciclette fondata nel 1906 a Bassano dai fratelli Pietro e Giuseppe come Ciclo Meccanica Dal Molin. Negli anni Trenta del secolo scorso rilevò dall’Inghilterra il marchio di una fabbrica di nome Wilier e con questa denominazione per l’opinione pubblica, dato il contesto storico, l’acronimo poteva significare W l’Italia Libera e Redenta. L’Italia dopo la seconda guerra mondiale aveva perso le regioni dell’Istria e della Dalmazia e la città di Trieste era contesa con la Jugoslavia di Tito. La voglia di ripartire con lo sport era tanta e l’azienda, solidale con la città di Trieste e i suoi abitanti per l’appartenenza italiana, produsse un modello di bici dai colori rosso ramato che richiamavano il rosso del gonfalone di Trieste. La bici fu chiamata La Triestina. Nel 1946 nacque dunque la Wilier Triestina che come simbolo aveva l’alabarda della città di Trieste e sullo sfondo il colore rosso. Nel 1946 la squadra cominciò a partecipare a tutte le manifestazioni più importanti di ciclismo. Nella sua prima partecipazione al Giro d’Italia fu coinvolta nei disordini di Trieste quando i corridori furono fatti oggetto dilanci di sassi e bastoni da parte della popolazione di ceppo sloveno di Trieste. La squadra che come simbolo aveva l’Alabarda Triestina partecipò a sei edizioni del Giro d’Italia, vinse anche due giri delle Fiandre e negli anni cinquanta del secolo scorso interruppe l’attività agonistica per concentrarsi sulla produzione di biciclette.