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UN DECENNIO D’ORO TRA MONDIALI E GIRO D’ITALIA

L’iride di Basso, il rosa di Battaglin Tutti i colori del ciclismo vicentino

Marino Basso e Giovanni Battaglin
Marino Basso e Giovanni Battaglin
Marino Basso e Giovanni Battaglin
Marino Basso e Giovanni Battaglin

Le imprese di Marino Basso ai Mondiali di Gap, in Francia, nel 1972, e di Giovanni Battaglin al Giro d’Italia nel 1981, aprono e chiudono un decennio da incorniciare per il ciclismo vicentino. 6 agosto 1972: a poche centinaia di metri dall’arrivo Franco Bitossi sembra ormai certo della vittoria, ma improvvisamente il toscano si blocca e dal gruppo degli inseguitori, che comprende anche Eddy Merckx, spunta Basso, il 27enne vicentino di Caldogno che lo supera proprio sul filo del traguardo. Sarà senza ombra di dubbio il punto più alto di una carriera che pure ha visto Basso vincere 15 tappe al Giro d’Italia e 12 al Tour de France, senza scordare due terzi posti alla Milano Sanremo. «È stata un’impresa straordinaria, mitica – ricorda Marino a distanza di oltre 49 anni-, sicuramente la più bella della mia carriera. Ci ho creduto fino in fondo e quando sono partito ho fatto terra bruciata degli avversari, sfruttando la mia abilità per la volata finale. In quei casi non ce n’era per nessuno. Dopo la gara ho consolato Franco». Il trionfo all’Arena di Giovanni Battaglin il 7 giugno 1981, con soli 38 secondi di vantaggio sullo svedese Tommy Prim conservati nella classifica finale dopo l’ultima cronometro da Soave e Verona, ripaga invece il corridore di San Luca di Marostica delle delusioni patite in una in una carriera che lo ha visto comunque indossare la maglia a pois quale miglior scalatore al Tour de France nel 1979 ed arrivare due volte terzo al Giro nel 1973. Ci riferiamo al crollo sul Ciocco al Giro d’Italia del 1975 poi vinto dal compagno di squadra Fausto Bertoglio ed alla caduta (provocata) a Valkenburg in Olanda nel 1979, che gli impedì di aggiudicarsi i mondiali. «Ero reduce dalla vittoria alla Vuelta, ottenuta due giorni prima dell’inizio di un giro che sembrava disegnato per Saronni con gli abbuoni – ricorda Battaglin -. Ma sono sempre i corridori a fare le corse ed io sono riuscito a staccare Beppe nelle salite; poi la cronometro finale è stata il mio capolavoro. Lui si piazzò quarto, tanto da perdere anche il secondo posto in classifica a favore di Prim. Ho conquistato 90 successi, ma una corsa a tappe rappresenta sempre la vittoria più prestigiosa. E l’accoppiata tra Vuelta e Giro d’Italia prima di me era riuscita solamente ad Eddy Merckx!»..

An. Laz.