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Tokyo2020

Thomas Ceccon: «Sono tornato nella mia piscina. La casa dove tutto è cominciato»

Thomas Ceccon è tornato. A casa Leosport, nella piscina di Creazzo, dove racconta che tutto è cominciato. Porta con sé il bronzo e l'argento vinti a Tokyo, a 20 anni, ma l'accoglienza è da campione olimpico: passerella d'onore tra i ragazzini della sua società, strette di mano con sindaci e assessori, un brindisi con i vecchi compagni di allenamento, le foto praticamente con tutti. E lui non si tira indietro: «Qui mi sento a casa mia, è dove mi sono sempre allenato. Sono state due medaglie inaspettate, come non mi aspettavo tutto questo calore. Le dediche? Alla mia famiglia e a chi si è alzato alle 3 di mattina a vedere le mie gare per sostenermi: non era scontato».

Thomas, com'è partecipare ai Giochi Olimpici?                                                 

Quando ci pensavo alla vigilia mi sentivo agitato, ma il fatto di non avere il pubblico ha alleggerito la tensione. Mi ha aiutato il fatto di aver fatto simili esperienze alle Olimpiadi giovanili nel 2018, i mondiali 2019. Stesse routine: piscine, mense, autobus. Un'Olimpiade però...

È diversa?

Trovi i migliori di ogni sport. Il primo giorno per dire ho beccato Djokovic. Però non ho fatto la foto.

Come è stato gareggiare in tempo di pandemia?

Eravamo molto controllati, un tampone al giorno, e quindi anche molto tranquilli. Si girava sempre con mascherina, c'erano i vetri ai tavoli da pranzo e distanze di sicurezza da rispettare. I nostri spostamenti erano piscina - hotel oppure appartamento. Ero in camera con Federico (Burdisso, ndr) che ha vinto una medaglia e con Gregorio (Paltrinieri, ndr) idem. Il massimo la sera era fare una partita a carte, scala quaranta, briscola o "merda", se si può dire...

E come è stato vivere a Tokyo il giorno dei due ori dell'atletica?

Incredibile, ero a Casa Italia con gli altri nuotatori, abbiamo saltato come matti. Fra l'altro Tamberi era con noi a Tokorozawa prima dei Giochi, ho visto i suoi allenamenti. Bellissimo.

Tra le sue due quale è stata la medaglia più bella?

Penso l'argento. Non perché è l'argento ma perché è stata la prima. La seconda è stata comunque bella perché l'ho vinta assieme a Federico Burdisso e Nicolò Martinenghi; con loro faccio le staffette da quando eravamo junior, nel 2017 abbiamo fatto anche un record del mondo. Siamo molto amici, gareggiare con loro è il massimo.

C'è rammarico per la medaglia nei 100 dorso sfuggita per 11 centesimi?

Secondo me non è tanto una medaglia sfuggita: sono arrivato lì con l'idea di entrare in finale e ci sono arrivato. Visto quello che è venuto fuori (52"30, record italiano, ndr), meglio di così non potevo fare. Ho dato tutto.

Avresti scambiato le due medaglie in staffetta con una individuale?

Con una medaglia d'oro individuale... potrei dire anche di sì. Comunque secondo me la staffetta non vale meno di una gara singola.

Prima dei Giochi non era certo che avresti nuotato sia i 100 dorso che la 4x100 stile, vista la concomitanza di orari. Raccontaci come è andata...

Se non avessi fatto un tempo buono nelle qualificazioni dei 100 dorso avrei lasciato perdere l'individuale. Poi è venuto fuori il secondo crono dietro a Kolesnikov e ho convinto il commissario tecnico... Il giorno dopo in staffetta ho fatto il mio migliore 100 stile lanciato, 47'45". Senza la semifinale a dorso forse avrei fatto meglio, ma gli Stati Uniti ci hanno dato più di un secondo, un divario comunque incolmabile.

E Kolesnikov resta imbattibile?

Attualmente sì. Ci conosciamo dal 2016 e già allora faceva dei tempi incredibili. È molto completo e molto forte. Lo stimo molto perché è sempre stato il mio punto di riferimento. Ci sono arrivato vicino, vedremo in futuro.

A proposito di futuro: Parigi 2024?

L'obiettivo è continuare a migliorarsi, tre anni sembrano tanti ma in realtà sono molto vicini, quasi già alle porte.

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Ti rivedremo in gara nei misti?

Mi piacerebbe, l'obiettivo è riprendere il delfino e quindi anche la rana. Ma prima ci sono tanti appuntamenti: la International Swimming League a Napoli, Mondiali ed Europei sia in vasca lunga che in corta. Vedremo cosa fare, se dipendesse solo da me vorrei fare tutto. Dopo un periodo come questo gareggiare è ancora più bello.

Su instagram usi spesso l'hashtag #tuttotorna, cosa significa?

Serve a ricordare che se tu fai bene, lavori duro e con costanza, poi verrai ripagato. Il lavoro paga sempre. È un po' come il karma: se è una cosa va male, c'è una ragione per cui non è andata come speravi.

Per molti ragazzini sei un modello, come ti fa sentire?

Spero di dare il buon esempio. È un po' strano sentirsi un riferimento, non sono un egocentrico, ho sempre cercato di stare sul mio.

Hai avuto la possibilità di andare all'estero, anche nel passato, cosa ti ha tenuto in Veneto?

L'idea mi è sempre piaciuta e il mio allenatore era anche d'accordo, per vedere un po' come si allenano gli altri. Mi ha frenato un po' il mio inglese, non sono tanto bravo. Ma voglio ancora andare all'estero e non escludo di farlo, magari con qualche mese. Magari con Kolesnikov...

Dove andrai in vacanza?

Qualche giorno in montagna, in tranquillità, poi andrò un po' in Sardegna da un amico nuotatore. Ma dal 17 torno a Verona ad allenarmi.

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