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Il lutto

Dal calcio alla politica, cordoglio per Pablito. Lanerossi Vicenza: «Non esistono parole per esprimere il nostro dolore»

«A volte semplicemente non esistono parole per esprimere il dolore che tutti noi stiamo provando. Ciao Paolo». Con questo tweet il Vicenza saluta Paolo Rossi, uno dei campioni più importanti del calcio italiano che diventò grande proprio nel club biancorosso. Rossi giocò nel Lanerossi dal 1976 al 1979.

 

 

Questo il pensiero del patron del Lane, Renzo Rosso, che aveva voluto Paolo Rossi come ambasciatore dei colori biancorossi: «Stiamo vivendo un momento di profonda tristezza. Questa mattina, saputa la notizia, non riuscivo a crederci e non c’è stato un momento in questa giornata in cui io non abbia pensato a lui. Tutti noi lo abbiamo conosciuto e tutti noi abbiamo potuto vedere la sua anima, la sua passione, la sua dignità e il suo avere sempre i piedi per terra. Mancherà molto, ci mancherà molto, in primis alla sua famiglia, a tutta la società LR Vicenza, al mondo sportivo, a tutti i tifosi e in particolare alla Curva Sud».

«In un anno e in un periodo molto difficile per i colori biancorossi perdiamo un pezzo della storia di questo club e del calcio italiano - il commento del presidente del club di via Schio, Stefano Rosso - Sono molto dispiaciuto e rattristato per la scomparsa di Paolo. Non era solo un grande calciatore, ma anche un uomo di valori incredibili. Per me è stato un onore essere Presidente al suo fianco all'interno della nostra compagine societaria e poter passare del tempo con lui. Ci stringiamo attorno alla sua famiglia, a tutti i tifosi biancorossi e ai tifosi di calcio in genere, perché oggi se ne va un pezzo della nostra storia sportiva».

«Amava Vicenza come pochi. Ti ricordo con il sorriso. Buon viaggio Paolo». Lo scrive il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, sul proprio profilo Facebook. A corredo, due immagini di Paolo Rossi: con lo stesso Rucco, in una recente cerimonia, e con la maglia del Lanerossi Vicenza, dove Pablito esplose a suon di gol.

«Ciao grande campione. Riposa in pace». È messaggio con due foto di Paolo Rossi, che stamani il presidente del Veneto Luca Zaia ha postato sul proprio profilo Facebook. 

«Ha dribblato ancora una volta tutti ed è andato a giocare lassù. Ci mancherà. È stato uno dei pochi sportivi che è entrato nel cuore di tutti gli italiani, a prescindere dalla fede calcistica. Un campione, anche nel tratto sempre garbato, mai sopra le righe». «Chi c’era nel 1982, e chi ha rivisto successivamente le gesta dell’Italia Mundial - prosegue Zaia - non dimenticherà mai i suoi goal, ma anche quella straordinaria sensazione di impresa che accompagnò gli azzurri nel mondiale spagnolo, del cui trionfo Pablito è rimasto e rimarrà sempre il simbolo più forte. I veneti e gli sportivi del Veneto sono particolarmente legati alla storia di Paolo che, prima di trascinare la nazionale al trionfo, segnò una piccola era nell’allora Lanerossi Vicenza,
prima trascinando i biancorossi dalla B alla A, e poi a un grande secondo posto nella massima serie. Adios, Pablito», conclude.

«Nell'estate del 1982 con i suoi gol ha regalato un sogno a intere generazioni. È stato il simbolo di una Nazionale e di un'Italia, unita e tenace, capace di battere avversari di enorme caratura. Addio a Paolo Rossi, indimenticabile campione. L'Italia ti ricorderà con affetto», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Paolo Rossi ci ha fatto sentire orgogliosi di essere italiani, è stato l’eroe di tutti noi. La Serie A piange un immortale del nostro calcio, amato dal mondo intero. Mando un sentito abbraccio e le condoglianze della Lega Serie A a tutta la sua famiglia». Con queste parole Paolo Dal Pino,
presidente della Lega Serie A, ricorda Paolo Rossi. 

«Sei mesi fa ho perso un fratello, oggi ne piango un altro. Non voglio dire altro, per me questo non è il momento di parlare». Al telefono con l’Ansa, Antonio Cabrini, compagno di squadra di Paolo Rossi per tanti anni alla Juve e in Nazionale, è distrutto nel ricordare il goleador dell’Italia Mundial.

«Non so cosa dire, è stato fulmine a ciel sereno». Così Dino Zoff, appresa la notizia. «Abbiamo sempre avuto un grande rapporto con Paolo, simpatico, intelligente - prosegue Zoff -. Era un po' che non ci sentivamo, ci avevano detto qualcosa ma non pensavo fosse così grave. I rapporti con lui erano stupendi, era simpaticissimo. Intelligente, aveva tutto per stare bene. Qualcosa difficile da capire».

«Ciao Paolo... I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori». Così l'ex allenatore della Juventus Giovanni Trapattoni ricorda - come un padre con un figlio - Paolo Rossi, con un messaggio su twitter.

«Se avete trovato quel poster di quella Juve magnifica, apritelo, e salutate in modo speciale quel ragazzo con il nove sulle spalle. Perché come lui ne nascono pochi». Il messaggio che la Juventus dedica a Paolo Rossi poche ore dopo la sua scomparsa, si chiude con queste belle parole. Ma il ricordo dell’attaccante inizia da lontano dalla «brutta notizia» di «questa mattina». «Se n’è andato Paolo Rossi, Pablito: per una nazione intera, l’uomo di un Mundial indimenticabile, per noi anche molto, ma molto altro - scrive la Juventus -. Paolo è un’intera generazione di juventini che ha esultato con lui, davanti a televisori che, mese dopo mese, diventavano a colori. Ma le nostre gioie continuavano a essere, meravigliosamente, in bianconero. Se cercate nelle vostre camere, o nelle vostre soffitte, probabilmente lo trovate, un poster di quella Juve incredibile. Quella Juve che, con lui a suggellare i gol più importanti, dal 1981 al 1985, ha vinto letteralmente di tutto. Alla Juve, Paolo è rinato, lasciandosi alle spalle le difficoltà, e diventando quello che poi l’Italia ha celebrato, in quella caldissima estate 1982 nelle piazze e nelle fontane di ogni città».
 

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