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L'intervista

«Camus e quel rito con il vino rosso. Ecco i segreti della banda Mancini»

Gianni Grazioli con Leonardo Bonucci
Gianni Grazioli con Leonardo Bonucci
Gianni Grazioli con Leonardo Bonucci
Gianni Grazioli con Leonardo Bonucci

La notte è magica anche per Gianni Grazioli, il vicentino coordinatore del Club Italia che ha vissuto con la squadra di Mancini un mese di Europeo, tra aneddoti, scaramanzia e sofferenze sportive che hanno cementato il gruppo, fino alla notte di Wembley, quella dei rigori parati, quella di un'Inghilterra battuta a casa sua. Gioia vera e Grazioli è lì ad abbracciare la banda Mancini.

 

Tutti hanno parlato della forza del gruppo, quali sono i giocatori che dietro le quinte sono stati fondamentali?
Mancini ha fatto un lavoro di fine psicologia con tutti i giocatori. Fondamentale la sua capacità di farli sentire tutti importanti e parte integrante del gruppo.

I leader?
Con tutto il rispetto per tutti i giocatori, il punto di forza della squadra in campo e fuori è rappresentato dalla coppia Bonucci e Chiellini. Sono due leader che hanno trasmesso ai compagni, con il loro esempio quotidiano, la mentalità vincente, l'esperienza e il carattere. Anche il contributo di Sirigu in spogliatoio si è fatto sentire.

L'Italia del calcio sembra rinata insieme al Paese dopo la pandemia. Che meriti ha in questo Mancini?
La gente che non vedeva l'ora di aggrapparsi a qualcosa per mettersi alle spalle un periodo così triste e doloroso. Mancini? Dopo il disastro della mancata qualificazione ai mondiali di Russia, ha creato in tre anni una squadra che diverte per il gioco, entusiasma per l'impegno profuso da tutti i giocatori in campo e fa sognare. Ecco spiegate le notti magiche che stanno vivendo decine di milioni di italiani

La partita della svolta?
Da tre anni in qua l'Italia prova a vincere giocando costantemente all'attacco, mentre prima lo faceva con le ripartenze. Il ct ha lavorato molto sulla testa dei ragazzi, ricordando ad ogni occasione propizia il motto di Albert Camus "Siate realisti, chiedete l'impossibile". Ci sono due momenti decisivi, a mio parere, del lungo ciclo vincente degli azzurri. Il primo, quasi 2 anni fa, con la vittoria in Polonia per 1-0 (gol di Biraghi) nella Nations League: gara dominata e spettacolare. Il secondo dopo la partita col Belgio. Non solo per la vittoria, ma soprattutto per aver giocato a tratti meglio della squadra numero uno al mondo (ranking Fifa), ha fatto capire a Jorginho e compagni di potersela giocare con qualsiasi avversario.

Il suo ruolo è stato anche quello di stare accanto ai giocatori, creare lo spirito di squadra con tutta la delegazione azzurra.
Il presidente Gravina ha voluto strutturare il Club Italia come una società. Io sono il coordinatore istituzionale e, visto il mio ruolo dirigenziale in Assocalciatori, tengo i rapporti con i giocatori per garantire la convenzione Aic-FIGC che riguarda sponsorizzazioni e premi. Acerbi, Bonucci, Donnarumma fanno parte del consiglio direttivo Aic, altri sono rappresentanti di squadra. Esperienza positiva con il gruppo dei giovani, da Pessina a Locatelli da Raspadori a Bastoni: ottimi giocatori, ragazzi in gamba. Il futuro della Nazionale è in buone mani.

Un'immagine che più l'ha colpita di questo viaggio?
I tamponi. È stato un Europeo complicato a causa del Covid. Nonostante tutto il gruppo sia stato vaccinato prima dell'inizio del torneo (giocatori, staff tecnico, dirigenti), il protocollo della Germania e dell'Inghilterra prevedeva tamponi giornalieri durante la permanenza nel loro territorio.

Ci racconti di qualche aneddoto, qualche gesto scaramantico, le serate azzurre in hotel, la preparazione pre gara.
Dopo ogni vittoria si tornava a Coverciano e la sera seguente si cenava tutti assieme. Due lunghe tavolate: una con i giocatori e lo staff tecnico capitanato da Mancini, l'altra con tutti coloro che lavorano al seguito della Nazionale. A tavola non mancava nulla: salsiccia, grigliate, pollo, costicine e un po' di vino, concessione del mister solo in queste occasioni. Costante un rituale scaramantico: quando si è terminato di mangiare viene rovesciato un bicchiere di vino rosso.

Il motivo?
Nella prima cena dopo Italia-Turchia il padre di Galardi (gestore dell'hotel di Coverciano), Paolo, aveva fatto cadere del vino rosso dove sedeva mister Mancini. Da allora tutti si mettevano in fila per intingere il dito e bagnarsi nel vino. E poi il poker di dj capitanato da Insigne con Florenzi, Immobile e Donnarumma. Eccezionali ad allietare la comitiva in pullman e in aereo dopo ogni gara. Le canzoni più gettonate? Notti magiche e Ma quale dieta, dei veri tormentoni.

Cosa si porta a casa come uomo di sport dopo questa esperienza lunga ed entusiasmante?
Questo gruppo, composto da calciatori di grande esperienza e giovani talentuosi, si è distinto per le qualità umane e la serenità con la quale ha affrontato partita dopo partita. Il ciclo aperto dai Mancini boys, sono certo, ci riserverà grandi soddisfazioni anche nei prossimi anni..

Eugenio Marzotto

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