Dal Cammino di Santiago al mezzo ironman, passando per le ultramaratone in montagna. Cinzia Milan, 61 anni, madre di tre figlie, nonna e da pochi mesi in pensione (lavorava al Comune di Vicenza nel settore dei lavori pubblici), è riuscita da completa sedentaria a districarsi nel mondo che va oltre i fatidici 42 chilometri e 195 metri: l'ultramaratona. Tutto iniziò nel 2006, quando decise di affrontare gli ultimi 350 chilometri del Cammino di Santiago, da Leon a Santiago di Compostela. Un percorso di introspezione, lungo e intenso dal punto di vista emotivo, che le permise di staccarsi dalla routine quotidiana e immergersi in lunghi tratti di solitudine per scavare a fondo nella propria anima e progettare l'inizio di un nuovo percorso interiore. «Ritornata dalla Galizia, decisi di trovare il metodo per mantenermi in forma - racconta l'ultramaratoneta vicentina -, e uscire dalla routine familiare. Grazie ai consigli di Bruno Golin (compianto organizzatore di gare soprattutto a lunga distanza, ndr), mi sono avvicinata al mondo delle ultra e da lì sono diventate la mia fonte di ispirazione. Mi sono iscritta al Vicenza Marathon e ho corso la mia prima "100 e lode", una gara di ultratrail molto impegnativa che partendo dalla pianura e saliva sulle Piccole Dolomiti della montagna vicentina. Rimasi affascinata, tanto che decisi di partecipare ad altre tre ultramaratone, come la Chianti Ultra Trail, 73 chilometri, attraversando per 20 ore i meravigliosi borghi della Val d'Orcia, la Abbots Way Ultratrail di 125 km con 5700 metri di dislivello positivo, e la Dolomites di 84 km, la sorella più piccola della Lavaredo UltraTrail, con partenza da Auronzo e arrivo a Cortina».
Una passione che prosegue e fuoriesce dai canoni dell'ordinario, nonostante gli impegni familiari e la nipote Carlotta che la assorbe quasi a tempo pieno. «La volontà di alzarmi quasi tutte le mattine alle 5.30 per gli allenamenti, di tornare a casa e dedicarmi alla famiglia e alla nipotina, per poi ripetere lo stesso identico programma il giorno dopo, mi spinge a migliorare sempre più e mi dona la forza di ottenere soddisfazioni personali e risultati. Alla fine sono sempre la costanza e la dedizione che pagano, inequivocabilmente».
Ora nel cassetto c'è un nuovo sogno da realizzare: diventare una triatleta e completare un mezzo ironman.«Mi attira molto il triathlon, uno sport multidisciplinare, che consente di abbinare tre specialità: bici, corsa e nuoto. La bici è quella che mi è più congeniale, nella corsa riesco a esprimermi a discreti livelli quando la condizione fisica me lo consente, mentre la disciplina che ritengo per me più difficoltosa è il nuoto, su cui devo lavorare molto. Mi affascina molto la possibilità di partecipare a un mezzo ironman, anche se mi rendo conto che non è facile trovare nuovi stimoli per allenarsi, soprattutto in uno sport nuovo come il triathlon che richiede duri periodi di preparazione. L'aspetto positivo di questo sport è che tutti, dal principiante al triatleta esperto, giovane o anziano, possono partecipare e gareggiare. Nella vita, come nello sport, non è mai troppo tardi. Basta crederci».