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Al cinema

"Tre piani": il ritorno di Nanni Moretti da un libro Neri Pozza

"Tre piani", di Nanni Moretti

Presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes in luglio, dove il pubblico ha tributato a regista e cast ben undici minuti di applausi, ieri sera ha debuttato nelle sale italiane il film “Tre Piani” di Nanni Moretti. Tre come gli appartamenti della palazzina di Roma in cui si dipanano e s'intrecciano le vite delle famiglie che la abitano, e tre come i luoghi psichici in cui si muove l'essere umano tra pulsioni, regole, ossessioni, piacere e senso di colpa.
E sono proprio i conflitti con se stessi e con gli altri ad essere messi in scena da Moretti nel suo tredicesimo film di finzione, il primo tratto da un soggetto non suo ma dall'omonimo romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, del 2015, edito in Italia nel 2017 dall’editrice Neri Pozza. Nevo era ieri sera per il firmacopie al Nuovo Cinema Sacher di Roma, dove ha reincontrato Moretti e dove il film si proietta fino al 29 settembre.

«Dopo aver letto il libro ho subito capito che sarebbe stato il mio prossimo film perché affronta temi universali: la responsabilità delle nostre scelte, il senso di giustizia, la colpa, e anche la responsabilità di essere genitori» ha spiegato il pluripremiato regista.
Rispetto al romanzo di Nevo, Moretti sposta la location da Tel Aviv a Roma, modifica il contesto sociale - la vicenda si svolge a Prati, uno dei quartieri bene della Capitale - ed estende l’arco temporale, facendo durare il racconto dieci anni.
Lungo questo percorso si muovono le tre famiglie borghesi protagoniste della pellicola prodotta da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema e Le Pacte: al terzo piano ci sono i due giudici Vittorio (Moretti) e Dora (Margherita Buy) assieme al figlio Andrea (Alessandro Sperduti) che una notte, ubriaco, investe e uccide una donna; al secondo abita Monica (Alba Rohrwacher) alla prese con la crescita della neonata Beatrice e con la solitudine causata dalla lontananza del marito Giorgio (Alessandro Preziosi). Al primo vivono invece Lucio (Riccardo Scamarcio) e Sara (Elena Lietti), i genitori della piccola Francesca che spesso affidano a Renato e Giovanna, vicini di una certa età. Una sera Renato si perde nel quartiere con la bambina; quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di irreparabile.

Un microcosmo di relazioni complicate, fragili, aride, ammaccate - ad uscirne meglio sono le donne che nella storia si mettono in gioco e tentano di districare i nodi mentre gli uomini rimangono arroccati nelle loro rigide convinzioni - creato da Moretti prima della pandemia ma rimasto congelato per oltre un anno, in attesa di Cannes e della sala; nel frattempo ha lavorato al prossimo film Il Sol Levante, scritto assieme a Federica Pontremoli, Valia Santella e Francesca Marciano (le prime due co-sceneggiatrici di Tre Piani), le cui riprese dovrebbero iniziare il prossimo febbraio.

«Ho detto al mio produttore Domenico Procacci: non voglio sapere quanto offre Netflix per programmare Tre Piani sulla piattaforma scavalcando la sala - ha dichiarato Moretti, presentando l'opera a Cannes - Non sono per la sala cinematografica per un fatto nostalgico, io amo i film al cinema ancora prima che come regista, produttore, attore, esercente, come spettatore». 
«È come se la pandemia – ha poi aggiunto - avesse smascherato una bugia, che noi potessimo fare a meno di sentirci una comunità, a fare a meno degli altri. In questo senso la milonga collettiva che passa sotto la palazzina e porta questi personaggi fuori dai loro tre piani rappresenta un’apertura al mondo. Il film è doloroso, ma non c’è dramma. È un inno alla vita, all’umanità, alla pietà».

 

Alessandra Dall'Igna

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