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L'intervista

Patrizia Laquidara diventa scrittrice. A fine aprile il suo primo romanzo per Neri Pozza

La cantautrice debutta in libreria tra poco più di un mese, con una anteprima ufficiale il 20 aprile a Isola Vicentina.
Patrizia Laquidara cantante, scrittrice, attrice
Patrizia Laquidara cantante, scrittrice, attrice
Patrizia Laquidara cantante, scrittrice, attrice
Patrizia Laquidara cantante, scrittrice, attrice

Ha messo un punto fermo dopo averci lavorato qualche anno. Avevano la forma del racconto questi scritti, prima di diventare un romanzo. Un romanzo di formazione come si dice quando il protagonista in quelle pagine nasce, cresce e diventa altro, spesso insieme al lettore che lo segue. La cantautrice Patrizia Laquidara debutta in libreria tra poco più di un mese, con una anteprima ufficiale il 20 aprile a Isola Vicentina, sorpresa primaverile della rassegna Profumo di carta.

Nell'ottobre scorso la ragazza lieve ha compiuto 50 anni, ma sembra sempre che ne abbia la metà, con quella voce che da sola è una melodia, capace di sperimentare generi diversi, di inventarsi il mistero delle anguane e insieme la sensualità dell'adorata musica brasiliana. La sua contiguità con la letteratura che ama profondamente - suo l'omaggio ad Andrea Zanzotto nel 100° della nascita all'università di Padova, suoi i giochi di parole e note su Gigi Meneghello - l'aveva spinta a pubblicare nel 2015 un quaderno di poesie per l'editrice Vencedora di Stefano Strazzabosco.

Laquidara prende il via da una borsa di studio al Cet di Mogol: poi cinque album, una dozzina di singoli, un paio di film, molto teatro, radio, contaminazioni di ogni tipo, il portoghese come seconda lingua, tournée. E Ian Anderson che la vuole ad aprire i suoi concerti italiani. Le assegnano vari premi, forse ancora pochi rispetto al talento vellutato che sprigiona.

Nel romanzo "Ti ho vista ieri", 272 pagine, Neri Pozza Beat, c'è tutto di lei, lungo un albero genealogico ramificato che si spinge fuori casa, al mercato la Piscarìa di Catania tra i suoni e i richiami dei venditori, oppure nei vicoli delle donne nere di lutto. Ha scelto anche la foto di copertina, che parla di lei e la ritrae a sei anni su una terrazza assolata al mare.

Nel 2017 lei cantò alla cerimonia conclusiva del premio letterario per inediti Neri Pozza, al teatro Olimpico. È lì che ha conosciuto la casa editrice ed ha pensato di pubblicare i suoi racconti?

In quell'occasione ho incontrato il direttore Giuseppe Russo e gli ho detto che scrivevo. Si è incuriosito. Ma mi ha detto quasi subito che dovevo farne un romanzo, senza fretta. Di fatto i racconti li ho già usati anche sul palco, come fossero delle immagini ad illustrare alcune delle mie canzoni. È stato Marco Paolini a darmi la spinta finale, gli era piaciuto che abbinassi il racconto alla musica.

Come ha fatto a trasformare queste "fotografie" in un romanzo?

È un libro stratificato, infatti, ho rimesso in fila con un criterio cronologico gli scritti che non mi vedevano protagonista ma raccontavano dei personaggi, i loro modi di parlare, di muoversi. Alla fine sì, è una autobiografia senza nome ma di me stessa bambina, dalla nascita al menarca, quando si passa dal tempo favoloso dell'infanzia a quello stupefacente dell'adolescenza. L'essere bambino ce lo portiamo vicino tutta la vita.

Lei nasce a Catania nel 1972, e a 4 anni si trasferisce in Veneto con la famiglia. Ma la sua sicilianità non si è mai spenta.

Credo di aver trasmesso scrivendo, a partire dalla mia infanzia, una terra dai colori molto vividi, di personaggi forti come la madrina, la civica, l'uomo imponente dei Ciuri d'arancio... È una Italia antica quella che racconto, con un contrasto evidente tra la Sicilia abbacinante e il Veneto dai colori pastello. Una Italia che viaggiava sull' Autostrada del Sole, ancora in fase di espansione economica, ma dove si migrava dal Sud, dove si guardava alla tv come modello di vita. Dopo il trasferimento in Veneto, siamo andati avanti ed indietro da qui a Catania e Messina per almeno dieci anni: ho contato almeno 70 viaggi, con la 127 Fiat gialla e il bombolone sulla cappotta. Ho in mente le donne forti della mia famiglia e una costellazione di personaggi che hanno composto le mie estati, quando stavo giù anche tre mesi. Tutto ha ripreso magicamente vita nel libro, in modo poetico ma trasferendo quei profumi e quella luce che mi porto dentro.

Tutti i protagonisti quindi sono reali?

Quasi tutti, anche alcuni nomi, compresa la ragazzina che giocava con me e che mi ha fatto provare per la prima volta cosa significano gelosia e tradimento. L'io narrante era l'unico modo per dare veridicità a questo romanzo. Tra le pagine si canta molto.. È un libro sonoro, ritmico, la canzone appare sempre perché accompagnava i nostri viaggi e anche le azioni quotidiane. Per un anno, quando abbiamo lasciato la Sicilia, ho balbettato, le parole mi si erano ghiacciate sulla punta della lingua e riuscivo a vincere questo blocco solo cantando. Credo che la nascita della musica per me sia stato il canto del pescatore, ascoltato al mercato, dal venditore di pesce spada, col grembiule sporco di sangue. Oppure forse la voce di mia nonna, le filastrocche che mi canticchiava. Ma questo non è un diario, ho cercato di astrarre elementi universali, che potessero suscitare ricordi ed emozioni anche nel pubblico, come avviene nei concerti.

Ha deciso da sola anche il titolo "Ti ho vista ieri"?

Sì, è molto chiaro come messaggio: è rivolto a quella me stessa che sempre sopravvive, bisogna coltivare il bambino che c'è in noi. Ma è uno sguardo rivolto anche alle figure di donne per me importanti, che mi hanno lasciato qualcosa di definitivo.

Il libro diventerà un concerto e viceversa?

Sono due percorsi separati che si incroceranno fatalmemte. Il mio spettacolo già prevedeva delle letture e posso modularle a seconda del luogo dove mi esibisco. Mi piacerebbe che le presentazioni letterarie fosse un momento di dialogo con le persone. Sto scrivendo nuove canzoni prendendo spunto da alcuni personaggi del romanzo. Voglio debuttare qui dove abito, nel Vicentino. Il 20 aprile sarò a Isola, il 27 alla libreria Galla a Vicenza, il 4 maggio a palazzo Roberti a Bassano.

Come ha vissuto il "duello" con la pagina bianca?

È stato un fluire senza inceppi di memorie. Facile. Mi hanno lasciato molta libertà, in casa editrice, alcuni mi hanno suggerito di alleggerire alcune parti. Io ogni volta che rileggo ci metterei mano, anche per errori di ingenuità, e ad un certo punto ho dovuto fermarmi perchè non avrei più messo l'ultimo punto. È una cosa ben diversa dallo scrivere canzoni. Sono metodica e ho dovuto rivisitare tutti i personaggi che venivano a galla per dare loro un senso compiuto. La protagonista non ha un nome. Non lo esplicito, solo all'ultima pagina. Ho cercato a lungo un nomignolo e non l'ho trovato. Ed è andata così.

Cosa la aspetta da maggio in poi?

Fino a metà giugno presentazioni del romanzo e concerti, Poi sarò con Marco Paolini di nuovo a teatro con lo spettacolo "Boomers". E poi ancora concerti e progetti in autunno.

Nicoletta Martelletto

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