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La cerimonia

Everywhere Everything domina gli Oscar con sette statuette. Delusione per l'Italia

Tra queste miglior film, migliore attrice e migliori non protagonisti su 11 candidature. Vince anche Sul Fronte occidentale con 4
La cerimonia degli Oscar

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE dei Daniels è il dominatore degli Oscar 2023 con 7 statuette tra cui miglior film, migliore attrice e migliori non protagonisti su 11 candidature. 

L'opera di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, noti collettivamente come i visionari Daniels, ossia la Hollywood più indipendente, tornerà in sala da oggi, 13 marzo, distribuito da I Wonder Pictures che vedendoci lunghissimo lo hanno preso in tempi non sospetti.

Il secondo vincitore della serata al Dolby Theatre di Los Angeles è l'antibellico NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE del tedesco Edward Berger, che esce dalla 95/ notte degli Oscar con 4 (RPT 4) statuette tra cui film internazionale e colonna sonora su 9 candidature. Il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Erich Maria Remarque ambientato durante la Prima Guerra mondiale. 

Tutto sul film che ha sbancato agli Oscar

Aveva già avuto una quantità incredibile di altri riconoscimenti, tra cui due Golden Globe.

Caso della stagione, film sorpresa, prodotto dai fratelli Russo e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, noti collettivamente come i visionari Daniels, ossia la Hollywood piu' indipendente, il film e' avventura, azione, fantascienza, dramma familiare con tematiche Lgbt, comedy e romance tutto insieme e con lo sfondo di grandissima attrazione del metaverso, con protagonista una donna cinese americana (Michelle Yeoh) provata dalla crisi economica con la sua lavanderia al punto da non riuscire a pagare le tasse, pressata da una ispettrice implacabile (una irresistibile Jamie Lee Curtis) e che invece diventa suo malgrado una wonderwoman, con molteplici versioni di se stessa dalla star del cinema a una chef giapponese.

Ce n'e' abbastanza perche' tolte le arti marziali e i superpoteri, Everything fa commuovere ed empatizzare con Michelle e la sua famiglia, il marito (Ke Huy Quan) e la figlia gay in cerca di riconoscimento (Stephanie Hsu).

Si entra al cinema pensando ad un film leggero, divertente, caciarone e forse 'stupido' e si esce con le lacrime agli occhi. In una parola spiazzante e forse questo 'delirio' originale e' il segreto del trionfo.

Poi c'e' il cast a cominciare da Michelle Yeoh, 60 anni, malese di origini cinesi, fantastica attrice della Tigre e il dragone, Bond girl del Domani non muore mai, di Memorie di una geisha e del film Marvel I guardiani della galassia, paladina dell'empowerment femminile asiatico. E i non protagonisti Jamie Lee Curtis e il vietnamita Ke Huy Quan. Ora si tratta di scommettere sul richiamo degli Oscar sul pubblico italiano: il film non ha superato il milione di euro di incasso, mentre in America è intorno ai 74 milioni di dollari, 106 milioni worldwide.

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Delusione per l'Italia

La 95/a cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles ha lasciato senza premi la squadra italiana, anche se arrivare in nomination è certamente già un grande traguardo.

Torna senza statuette la regista Alice Rohrwacher, data a lungo per favorita, candidata all'Oscar per il corto live action Le Pupille, battuta da An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White.

Niente da fare neppure per il veterano Aldo Signoretti nel team make up e hairstyling di Elvis: il premio è andato a trucco e acconciatura di Adrien Morot, Judy Chin and Annemarie Bradley per The Whale di Darren Aronofsky.

C'erano anche altri italiani in qualche modo in gara: i produttori Ilbe di Andrea Iervolino e Lady Bacardi e We Do It Together di Chiara Tilesi per Tell It like a Woman, film collettivo di 7 registe tra cui Maria Sole Tognazzi, in gara per la migliore canzone originale Applause di Dianne Warren vinto invece da Naatu Naatu dal film indiano RRR. E c'era anche l'attore Lorenzo Zurzolo agli Oscar protagonista del film Eo di Jerzy Skolimowski tra i candidati come miglior film internazionale, il cui premio è stato vinto però da Niente di nuovo sul fronte occidentale del tedesco Edward Berger.

 

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