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Schermi & Visioni

L'esistenzialista Maselli, la Corea dark e Godzilla

I delfini
Citto Maselli (1960)
L’esistenzialismo come idea di cinema è un fiume sotterraneo che in Italia scorre a partire dagli anni Quaranta, alimentato dal genio di Antonioni e poi dalle intuizioni del secondo Rossellini (quello di «Europa ’51» e «Viaggio in Italia»). In un contesto europeo di grande fermento che in Francia, con gli autori della Nouvelle Vague, trova la sua espressione più completa e celebrata. «I delfini» è del 1960 ed è figlio in tutto e per tutto del clima da paranoia pre-boom. Ambientato in una sonnacchiosa città di provincia, Ascoli Piceno, il terzo lungometraggio di Citto Maselli racconta di una borghesia alla deriva morale, giovani vitelloni annoiati e confusi che si trascinano tra festicciole, amori fatui e notti brave. Fulcro assoluto una Claudia Cardinale nel pieno del suo accecante splendore, con Tomas Milian, Betsy Blair, Anna Maria Ferrero e Sergio Fantoni a reggerle il velo. Dove? RaiPlay. Voto: 8.5.

Greenhouse
Lee Sol-hui (2023)
Piccolo, spazio, pubblicità: è in corso in questi giorni il Florence Korea Film Fest, che arrivato al traguardo dell’edizione numero 22 si conferma occasione preziosa per gettare lo sguardo oltre la marea montante della k-wave. Occasione preziosa anche da casa, visto che sulla piattaforma ONE di MYmovies è disponibile in streaming (e lo sarà fino a lunedì 31) un’ampia selezione di masterclass, corti e lungometraggi in trasferta da Seoul. Il consiglio di chi scrive è di recuperare, se non l’avete mai visto, il fondamentale «A Bittersweet Life», che uscito nel 2005 rappresenta uno dei titoli di riferimento quando si parla di noir alla coreana, e di buttarvi senza indugio su «Greenhouse», favola dark venata di sangue che riesce a catturare, commuovere e disturbare allo stesso tempo. Mica male davvero. Voto: 7.5.

Godzilla Minus One
Takashi Yamazaki (2023)
Sono giornate piene per il dinosauro atomico nato dalle ceneri radioattive di Hiroshima e Nagasaki. L’Oscar per gli effetti speciali, messo in bacheca qualche settimana fa da Takashi Yamazaki, ha riacceso i riflettori sul capitolo «Minus One» della saga cinematografica iniziata nel lontanissimo 1954 da Ishiro Honda. E così, mentre a partire da domani sarà disponibile in sala «Il nuovo impero», seguito americano del primo incontro ravvicinato tra Godzilla e King Kong datato 2021, il giapponese «Minus One» si è guadagnato qualche altro passaggio sui grandi schermi di casa nostra. Bene per chi se l’era perso all’epoca, anche perché il film è buono e convince non solo per le sequenze apocalittiche da Oscar. Fanatici di Kaiju, ronin di cellulosa, appassionati del Sol Levate: qui ci sono onigiri per i vostri denti. Voto: 7.

Luca Canini

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