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«Larghe intese, il “vaffa” distrugge l'Italia»

LE INTERVISTE AI CANDIDATI. Il primo cittadino di Valdastico e presidente delle conferenza dei sindaci dell'Ulss 4 è il primo vicentino nella lista di Monti alla Camera. Toldo, Scelta Civica: «Coagulare i riformisti per una riduzione strutturale della spesa pubblica Inutili le illusioni e il “tutti a casa”»
Alberto Toldo &#232; candidato alla Camera per Scelta Civica con Monti
Alberto Toldo &#232; candidato alla Camera per Scelta Civica con Monti
Alberto Toldo &#232; candidato alla Camera per Scelta Civica con Monti
Alberto Toldo &#232; candidato alla Camera per Scelta Civica con Monti

«Solo una coalizione di forze riformiste può avviare la stagione delle riforme senza le quali questo Paese è destinato al declino». È un sì convinto all'ipotesi delle “larghe intese” quello che emerge dalle parole di Alberto Toldo, sindaco di Valdastico, candidato alla Camera di Scelta Civica con Monti. Una coalizione che, a roboanti promesse o intemerate contro la Casta, preferisce giocare la carta della «concretezza e credibililtà» della proposta, pur additando i mali della politica dell'ultimo ventennio, «corruzione e incapacità d'innovazione in primis».
Sindaco Toldo, Monti ha evocato una nuova Tangentopoli, dopo i casi giudiziari recenti, da Mps a Finmeccanica alla Regione Lombardia. Condivide la lettura?
Non so se si possa fare questo accostamento, dovremmo preoccuparci se arrivassimo a questa constatazione, ma un problema di costume della politica italiana c'è ed è ben distribuito tra le forze politiche.
La trasversalità dello scandalo torna “utile” a Monti?
Non mi preoccupo di chi possa trarre vantaggio, ma della situazione in sè, anche se bisogna stare attenti a non cadere nel sensazionalismo.
Da sindaco, ha avuto la percezione che esista una corruzione di “sistema” oppure no?
Non ne ho mai avuto sentore, ma sono sindaco di una realtà piccola. Posso però fare una riflessione: la forte contrazione delle opere, per via del patto di stabilità, sta generalizzando un gioco al massimo ribasso delle aziende che, di per sè, non è un problema, ma necessita di un'attenta vigilanza sui lavori pubblici.
Il bipolarismo è alla frutta?
Il voto ne certificherà la fine: questo bipolarismo ha fallito, ha raccolto grandi settori del conservatorismo, sia a destra che a sinistra. C'è un problema strutturale: si ciancia di tasse da ridurre da 20 anni, ma non si è fatto nulla, anzi...
L'inconcludenza, unita a certi scandali, stanno dando fiato ai movimenti del “tutti a casa”, al verbo di Grillo. Li temete?
Il vento del “tutti a casa” rischia di schiacciare tutto, compresa l'Italia e gli italiani. Possiamo avere una reazione emotiva, ma poi servono i disegni di riforma che non si fanno con i “vaffa” o gli improvvisati.
Ma gli elettori chiedono comunque una svolta...
Sì, ma qui si passa dallo slogan “restituisco l'Imu” al “tutti a casa”. Ma credo che i cittadini abbiano capito la necessità di cambiare la natura della spesa pubblica. Il governo Monti è già riuscito a ridurre la spirale di crescita della spesa, da 22 miliardi l'anno a 8. Ora ci vorrebbe una ricetta strutturale.
Con quali ingredienti?
Ci sono una marea di enti pubblici da eliminare: esistono, ad esempio, troppi organismi che gestiscono l'acqua. E poi bisogna riorganizzare il lavoro della Pubblica Amministrazione. Sono riforme da fare subito, ma per toccare con mano gli effetti serve pazienza.
Da sinistra la critica a Monti poggia sull'equazione “meno Stato-meno diritti”. Si corre questo rischio?
Da sindaco e presidente della conferenza dei sindaci dell'Ulss 4 dico che il fatto di non avere considerato i fattori strutturali della spesa pubblica ha prodotto un risultato: si interviene con urgenza e quindi lo si fa con le tasse o tagliando la spesa. È proprio la non-riforma strutturale dello Stato che porta al taglio della spesa. Noi vogliamo tutelare i diritti sociali, ma sono stufo che questi siano annunciati, ma non sostenibili né esigibili.
Monti chiude a Sel. E a centrodestra ci sono pregiudiziali?
La nostra coalizione ha come obiettivo il riformismo e non ci sono accordi scontati. Sul mercato del lavoro, in particolare, siamo fermi: va tolta dalla testa degli imprenditori la paura di assumere.
Una parola... E come si fa?
La proposta Ichino prevede di rendere meno rigido il contratto a tempo indeterminato, rendendolo meno rigido, e una riforma degli ammortizzatori sociali. Bisogna ragionare sull'uso delle risorse, per tutelare chi perde il lavoro, ma anche per crearne di nuovo.
Da soli non siete autonomi, ma i vostri voti potrebbero essere decisivi: è possibile un bis delle larghe intese che vi veda al governo con “pezzi” di centrodestra e di centrosinistra?
Più ci si avvicina a questo scenario e più sarà possibile fare le riforme strutturali. Il governo tecnico aveva iniziato bene. Monti ha detto: “mi avete chiamato nell'emergenza, ho fatto la riforma delle pensioni, poi mi avete fatto mancare i numeri: dalla legge anti-corruzione alla riforma delle Province ai costi della politica”. Oggi vorremmo coagulare le spinte riformatrici: di sicuro non faremo da stampella a nessuno.
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Marco Scorzato

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