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L'avventura si arena sul mare

IL VIAGGIO. Dopo 25 mila km percorsi via terra, Denis Inderle e Silvano Chiappin sono a Timor est “costretti” all'aereo

Partiti da Santorso il 26 ottobre volevano arrivare a Sidney senza dover volare: ma a Timor est  non trovano cargo e barche
Dennis Inderle e Silvano Chiappin in mezzo ai bimbi di Ulaan Baatar, capitale della Mongolia|
 Chiappin in bici nel Laos
Dennis Inderle e Silvano Chiappin in mezzo ai bimbi di Ulaan Baatar, capitale della Mongolia| Chiappin in bici nel Laos
Dennis Inderle e Silvano Chiappin in mezzo ai bimbi di Ulaan Baatar, capitale della Mongolia|
 Chiappin in bici nel Laos
Dennis Inderle e Silvano Chiappin in mezzo ai bimbi di Ulaan Baatar, capitale della Mongolia| Chiappin in bici nel Laos

L'avventura via terra di Denis Inderle e Silvano Chiappin è ad un bivio. Anzi è a bordo mare. I due vicentini che il 26 ottobre scorso sono partiti da Santorso per un singolare viaggio via terra fino a Sidney, con l'obiettivo di percorrere “Passi Sospesi” - così hanno intitolato l'impresa - per 30 mila km , sono fermi a Timor est.
Le ultime foto le hanno inviate da Kupang, Timor ovest, raggiunto in nave. Hanno viaggiato nell'ultima settimana per attraversare l'Indonesia fino a Timor ovest e in pullman fino a Timor est, da dove contavano di trovare un passaggio su qualche cargo per arrivare in Australia.
In realtà non c'è alcuna possibilità a breve di trovare una nave - scrive Denis Inderle - e quindi o si rientra rinunciando alla tappa ultima, Sidney, o si prenderà un aereo: «Ci separano dall'Australia 600 km , ma pur avendo cercato in numerosi punti di approdo non ci sono imbarcazioni disponibili, a meno di non aspettare settimane e in balia del tempo». Da qui il progetto di prendere un volo fino a Darwin e proseguire con i mezzi pubblici per gli ultimi 4400 km che restano fino a Sidney. E questa tra ieri e oggi sembrerebbe la soluzione prescelta.
I due viaggiatori contano di arrivare a destinazione dopo aver percorso 25 mila dei 30 mila km ipotizzati: «E già così è una bella soddisfazione - dicono Denis, di professione educatore, e Silvano, fotografo - tenendo conto che abbiamo usato sempre mezzi pubblici, incontrato gente delle etnie più diverse e diviso pezzi di strada con altri viaggiatori come noi “sospesi”, intenzionati ad ascoltare, a dialogare, senza alterare in nessun modo lo stile di vita dei villaggi attraversati e dei luoghi incredibili che abbiamo visto».
I due, con sulle spalle uno zaino di 15-17 chili a testa, sono transitato dal gelo della Russia al caldo tropicale del Sudest asiatico senza soluzioni di continuità, salendo e scendendo da treni e corriere, dormendo negli ostelli o nelle stazioni e incontrando anche connazionali come la giovane di Cogollo che studia cinese a Pechino o Aldo Rossettini di Santorso che vive a Singapore con la moglie Monica e il figlio Andrea. Di mezzo laghi ghiacciati, la Transmongolica, foreste e vulcani, l'incanto di Bali, e centinaia di villaggi dove si vive di solo riso. Inghippi, visti e timbri da strappare con i denti, coincidenze inesistenti nei trasporti sono stati solo alcuni degli ostacoli, agevolmente superati con pazienza e spirito di adattamento.
«La logica era quella di non compiere una impresa- dice Inderle - perchè di fatto non lo è, ma di dimostrare che si può arrivare in un luogo che abbiamo in mente semplicemente abbandonando le proprie sicurezze guidati solo dalla voglia di conoscere».
Il rientro è comunque previsto per i primi di gennaio. Nel sito www.ilgiornaledivicenza c'è un dossier “Santorso-Sidney” che documenta le tappe del viaggio con alcune delle centinaia di foto scattate da Chiappin. E che inevitabilmente, com'è accaduto in precedenti reportage, diventeranno oggetto di una mostra.

Nicoletta Martelletto

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