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Il bilancio

Export vicentino record: fa 10 miliardi in 6 mesi e cresce +7,6% sul 2019

Quasi 10 miliardi: è il valore dell’export vicentino nei primi 6 mesi del 2021. Una cifra ormai tonda che incornicia la rimonta dell’economia e segna nuovi primati. Il primo: scontata la crescita rispetto al terribile 2020 vissuto tra lockdown e covid (+27%) l'aumento delle vendite mondiali cresce di oltre mezzo miliardo rispetto ai primi sei mesi del 2019, attestandosi appunto a 9,9 miliardi, +7,6% dai livelli pre-covid. Il secondo: l’export vicentino segna la sua migliore crescita dal 1993, inizio della serie storica con dati che è possibile confrontare. E poco importa se quel primato del secondo posto nella classifica nazionale (prima Milano a 21,4 miliardi, +15,9%) che aveva visto a fine 2020 il manifatturiero vicentino scavalcare Torino (aveva rallentato di più), si è infranto riposizionandoci terzi sul filo di 124 milioni di differenza. Segno inequivocabile che l’export è tornato a girare per tutti, ma in questo semestre Vicenza è stata tra le province che hanno accelerato di più: e non solo segna il suo risultato migliore in 28 anni ma, terzo primato, cresce più della media italiana.

Vocazione: mondo. E che i dati fossero particolarmente buoni lo aveva anticipato nei giorni Diego Rebesco, responsabile dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Vicenza, presentando con il presidente Giorgio Xoccato il portale accessibile a tutti, in collaborazione con Made in Vicenza e Infocamere, sulle società partecipate da investitori esteri. Visto il trend in crescita (+7,4% in un anno, metà delle 450 società vicentine partecipate hanno controllo estero al 100%) è stato definito un chiaro segnale dell'attrattività del territorio, che ha fatto della “globalizzazione“ del suo business uno dei punti di forza, determinante anche nella ripresa. E lo si è visto ieri con la nuova indagine della Camera di commercio che è andata a misurare l’interscambio commerciale del Vicentino nel primo semestre 2021: saldo commerciale di 5 miliardi tra i 5 miliardi di import e quasi i 10 di export. Dopo la partenza faticosa di gennaio e febbraio, gravata dalle nuove restrizioni, l'exploit dei mesi successivi.

Rimonta: tutti i settori. Nel manifatturiero che rappresenta la quasi totalità dell’export vicentino la ripresa ha superato il +27%. Tutti i settori hanno beneficiato della riapertura, ma in modo particolare i più penalizzati nel 2020: mezzi di trasporto (+59,2%), computer (+50,6%), prodotti chimici (+36%), tessile abbigliamento pelli (+17,7%), legno (+24%), gomma e materie plastiche (+24%), macchinari (+13,4%). A segnare il passo il farmaceutico (-29,8%) che però nello stesso periodo dell’anno del covid, quando tutti si erano bloccati, aveva realizzato +22%.
Sbocchi: calo Europa, compensa l’America. Chi compra vicentino? Lo spaccato del primo semestre indica che il mercato principe rimane l’Europa pur in leggera flessione (da 70,8% del 2020 a 67,4% del 2021), compensato però da America (da 12,1% a 13,2%) e Asia (da 13,3% a 14,7%). Il primo tra i Paesi che comprano vicentino (così come i primi investitori nelle società della nostra provincia) è la Germania (+9,6% rispetto al primo semestre 2019) che ha acquistato per 1,2 miliardi soprattutto prodotto in metallo, apparecchiature di cablaggio, tessile e abbigliamento. Seguiti dai francesi (+7,4% sul 2019), che hanno sborsato oltre 900 milioni per il made in Vicenza. Terzi gli Stati Uniti da dove arrivano 850 milioni di valore con una crescita che sfiora il 13% e scavalca pure la Svizzera. Mentre risulta stabile il Regno Unito nonostante i timori post Brexit: ma rispetto al primo semestre 2019 (-7,8%) sono stati persi 35 milioni. Sorpresa Cina, tradizionale importatore di semilavorati vicentini: ha scalato la classifica dei nostri sbocchi al nono posto per 235 milioni, +11% rispetto al 2019. Un futuro tutto da scrivere.

 

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