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MONITOR INTESA SANPAOLO

Export oltre i 14 miliardi: recupero fatto ma non per i distretti “big”

Cresce soprattutto l'export extra-Ue
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Cresce soprattutto l'export extra-Ue

L’export dei distretti veneti ha superato i livelli pre-pandemia del 2019, ma i “big” devono ancora recuperare del tutto. Emerge dall’analisi dei distretti industriali del Triveneto diffusa ieri da Intesa Sanpaolo. Nel primo semestre 2021 i distretti veneti hanno esportato per oltre 14 miliardi (+2,4% sul primo semestre 2019, 325 milioni in più), contribuendo in modo massiccio al record triveneto di 17,9 miliardi, dove si inseriscono anche Trentino Alto Adige (2,5 miliardi, +6,4%) e Friuli Venezia Giulia (1,3 miliardi, +15,6%). Il recupero dall’oreficeria alle plastiche Degli 8 distretti vicentini analizzati (sfiorano i 5,7 miliardi in 6 mesi), tre riportano però ancora differenze negative rispetto ai primi sei mesi del 2019: si tratta di distretti strategici (meccanica strumentale, concia di Arzignano, tessile e abbigliamento di Schio, Thiene, Valdagno) che da soli totalizzano oltre 3 miliardi di export. Il recupero è già avvenuto d’altra parte invece per distretti che, ad esempio, hanno sofferto molto l’emergenza covid. È il caso dell’oreficeria di Vicenza (769 milioni, +12,8%) che nel mondo “moda” veneto ha il risultato migliore grazie alla domanda mondiale di gioielli in oro sostenuta da Stati Uniti (+74,4%) e Sudafrica (+66,6%), dall’export in Malaysia cresciuto 5 volte rispetto ai valori pre-covid, pur penalizzata dal mancato recupero verso Hong Kong (-55,7%). E così le materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova, il cui export scollina in 6 mesi il miliardo (+10,5%) con la componente vicentina ad aver recuperato di più (+14%) grazie alla diversificazione dei settori dal packaging all’imballaggio, oltre che costruzioni, automotive, mobile e con Francia, Paesi Bassi e Polonia ad aver trainato la crescita. Ed è sempre a trazione vicentina il balzo sul 2019 delle macchine agricole di Padova e Vicenza (429 milioni in 6 mesi, +11,6% sul 2019) che già avevano tenuto con la pandemia e ora crescono trainate dalle vendite in Francia, Russia, Stati Uniti e Australia. Pedalano biciclette, recupera il mobile E poi continua la pedalata del distretto delle biciclette di Padova e Vicenza che totalizza 163 milioni di valore export con crescita definita «brillante» (+33,6%) dove spiccano le vendite in Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti. E un forte interscambio con la Romania da dove viene importato circa il 30% dei prodotti, seguita da Cina (+27%) e Taiwan (+11%). Con la pandemia ha “beneficiato” il sistema casa: il distretto del mobile del Bassanese supera i 200 milioni (+3,8%) e ottiene «brillanti» risultati su nuovi mercati come Polonia e Islanda e recupera in quelli affermati come Germania e Stati Uniti. In ritardo concia e tessile L’indagine segnala il ritardo sul recupero dei livelli pre-pandemici della concia di Arzignano con i suoi 1,1 miliardi di export in 6 mesi (primato dei distretti vicentini) che segna un calo del 4,2% sul 2019, anno però ricordato di particolare espansione: si mantengono sopra i livelli pre-covid l’export con i principali Paesi dell'est asiatico (Vietnam, Repubblica di Corea, Giappone) e con il Messico; pesano i cali nel mondo del lusso (Svizzera -15,5%) e automotive (Germania -4%). Difficoltà ancora anche per il distretto tessile e abbigliamento del triangolo storico Schio-Thiene-Valdagno che con i suoi 800 milioni nei primi 6 mesi del 2021 (-10,1% sul 2019) ha recuperato sì i livelli export in Svizzera e Germania, ha compiuto sì un balzo in Svezia (+76%) e Polonia (+41%), ma nel Regno Unito risulta ancora in forte calo (-45%). La rincorsa della meccanica strumentale E non ha ancora del tutto recuperato la meccanica strumentale di Vicenza, l’unico distretto veneto della metalmeccanica (di cui fanno parte la termomeccanica di Padova, di Verona e le macchine agricole), a non aver superato l’asticella 2019: nei primi 6 mesi del 2021 totalizza poco più di un miliardo di valori export (-7,7%). E i motivi, segnala l’indagine, riguardano i ritardi di Germania e Stati Uniti, nonostante i «forti» aumenti di export in Pakistan, Australia, e Francia. Secondo gli imprenditori vicentini si tratta comunque di un periodo positivo con ordini record nel 2021 e commesse fino a novembre 2022, con rallentamento però sulle consegne dovuti alle difficoltà che permangono nella catena degli approvvigionamenti. Spinta alle filiere Nel panorama dei 27 distretti veneti monitorati da Intesa Sanpaolo tutto sommato «solo» 7 risultano in ritardo sul recupero dei livelli 2019. Con una ripresa definita «più evidente» per i distretti dei settori meno penalizzati dalla pandemia come l'agroalimentare, il sistema che ruota intorno alla casa e allo sport. E c’è la spinta alle filiere: «Occorre sempre più puntare sulla qualità del nostro made in Italy - osserva Roberto Gabrielli, direttore regionale Veneto ovest e Trentino Alto Adige - e sulle filiere produttive che vogliamo favorire ancora di più per l’accesso al credito».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberta Bassan

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