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CHIUPPANO

Dalla vecchia alla nuova Gas. I creditori votano sì

L’ultimo tassello mancante: quasi il 70% di coloro che ancora avanzano soldi dalla società approva il piano che ha salvato l’impresa
La sede della Gas con dipendenti e brand salvaguardati FOTO DONOVAN CISCATO - STUDIO STELLA
La sede della Gas con dipendenti e brand salvaguardati FOTO DONOVAN CISCATO - STUDIO STELLA
La sede della Gas con dipendenti e brand salvaguardati FOTO DONOVAN CISCATO - STUDIO STELLA
La sede della Gas con dipendenti e brand salvaguardati FOTO DONOVAN CISCATO - STUDIO STELLA

Dalla vecchia alla nuova Gas mancava un tassello per la chiusura del cerchio: il voto dei creditori. E quasi il 70% di coloro che ancora avanzano soldi dalla Grotto spa si è espresso in modo positivo al piano di salvataggio dopo che, dall’adunanza dell’11 gennaio, avevano 20 giorni per esercitare il voto.

Va a chiudersi così in modo definitivo un concordato che ha tenuto con il fiato sospeso il territorio per le sorti di un’impresa dell’alto Vicentino con 200 dipendenti (tra i 140 di Chiuppano e i 60 della partecipata Laurentes) e del brand storico del denim conosciuto nel mondo. L’epilogo di fatto era già avvenuto a giugno 2022, quando il Tribunale di Vicenza aveva accettato l’offerta di 17,5 milioni della “Milano 1984” guidata da Andrea Citterio che salvava l’impresa dal fallimento. E difficilmente, nel caso non fosse arrivata la maggioranza dei voti, sarebbe stata messa in discussione. Ma ora il gran finale. 

Procedura

Di fatto la cessione dell'azienda era stata svincolata dal concordato, per tutelare al massimo la sua continuità. In questo modo l’impresa era stata ceduta un anno e mezzo fa, il brand mantenuto, i lavoratori salvaguardati. E la procedura concorsuale a sua volta aveva proseguito per la sua strada ancora lunga. La società Grotto - che il 19 ottobre 2019 aveva nominato amministratore unico Cristiano Eberle ed è seguita dallo studio legale Casa & Associati - dopo la cessione dell’azienda aveva pertanto dovuto rifare il piano di concordato, ripresentarlo, ripassare il vaglio del commissario, dopodiché era stata fissata l’adunanza dei creditori.

Ora, da quanto si è potuto apprendere, il commissario Guerrino Marcadella ha comunicato al giudice delegato Giuseppe Limitone l’esito dell’udienza che ha visto quasi il 70% dei creditori votare sì al piano. 

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Creditori

Una percentuale contro le più rosee previsioni su un importo di 9,5 milioni dei creditori chirografari, quelli cioè che subiscono la falcidia del concordato e arrivano ad ottenere una percentuale tra il 20% e il 25% del credito. Diversa e già definita la posizione dei creditori finanziari DeA Capital e Amco. La “Milano 1984”, con l’acquisizione di Gas, si era accordata con i due creditori “big” per accollarsi il loro debito al netto della falcidia concordataria. E quindi, in pratica, è come se il fondo (che ad inizio 2018 rilevò 34,5 milioni di debiti bancari della Grotto e la cui posizione era stata decisiva nella bocciatura del concordato il 7 ottobre 2021, non ritenendolo congruo) e la società del Tesoro (aveva ereditato 12,7 milioni delle ex Popolari venete) avessero votato anzitempo credendo nel nuovo piano e nella proposta della nuova società.

«È stata una vicenda lunga e piena di ostacoli - risponde Eberle -, ma arrivare alla chiusura del concordato è una grandissima soddisfazione. I grandi obiettivi di conservare 200 posti di lavoro, mantenere lo stabilimento nell’alto Vicentino e preservare un brand italiano sono stati raggiunti». Ora il pagamento dei debiti residui e in prospettiva la chiusura della Grotto. Fine della vecchia Gas dopo quasi 5 anni. Ed è un lieto fine.

Roberta Bassan

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