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L'azione di responsabilità

BpVi chiede
due miliardi
a Zonin & C.

L'ex presidente BpVi, Gianni Zonin
L'ex presidente BpVi, Gianni Zonin
L'ex presidente BpVi, Gianni Zonin
L'ex presidente BpVi, Gianni Zonin

Due miliardi di euro. È quanto chiede la Banca Popolare di Vicenza per danni stimati, sia economici che reputazionali, agli ex vertici dell'istituto, a partire dal presidentissimo Gianni Zonin fino all’ex Cda, ai sindaci, e all’intera direzione generale, da Samuele Sorato, a Giustini, da Piazzetta a Marin. La richiesta, come rivela Il Sole 24 Ore, è contenuta all'interno delle 340 pagine depositate ieri al tribunale di Venezia dell'atto di citazione dell'azione di responsabilità promossa dai nuovi vertici e che, come detto, chiama in causa a vario titolo tutta la vecchia gestione della banca.

 

Sono trentadue gli esponenti aziendali chiamati a rispondere per danni sia economici che reputazionali, per un valore stimato che supera il miliardo, e che sono accusati di malagestio nel dissesto della banca, che negli ultimi 3 anni ha cumulato perdite per 4 miliardi di euro.

 

Quattro i filoni sotto la lente: il buco dei fondi esteri, il capitale finanziato, il titolo e le compravendite, la politica del credito facile. 

 

Il quadro «a dir poco drammatico» in cui si trova la Banca Popolare di Vicenza è figlio di «un modus operandi...di inaudita gravità, riconducibile in primis all’ex direttore generale, Samuele Sorato» ma «reso possibile da comportamenti (e/o omissioni) degli organi collegiali a loro volta improntati a inescusabile e gravissima negligenza». È quanto si legge nell’atto di citazione con cui la Banca Popolare di Vicenza chiede a 32 ex amministratori, sindaci e dirigenti di risarcire il  danno ultramiliardario. 

Sul banco degli imputati finisce anche l’ex presidente, Gianni Zonin, che al Tribunale di Venezia, ha chiesto di accertare la «correttezza» del suo operato. «Un racconto» definito una «sfacciata lectio magistralis sul buon governo societario e sul destino del sistema creditizio italiano ed europeo» dispensato «da chi non può certo rivendicare meriti ma che, a voler essere benevoli, si è reso responsabile (insieme ad altri) di una gestione censurabile e per anni ha difeso una governance inadeguata e fallimentare».

 

Assemblea il 28 aprile. Nel frattempo è stata convocata per il 28 aprile alle 10, nei locali della Fiera di Vicenza l’assemblea degli azionisti. Fra i punti all’ordine del giorno c’è l’approvazione del bilancio di esercizio chiuso il 31 dicembre 2016. Gli azionisti saranno chiamati anche votare sulla proposta di riduzione del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione da undici a nove e sulla nomina di un consigliere di amministrazione per gli esercizi 2017 e 2018.

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