<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'allarme

Coldiretti: dal Prošek al Chianti Usa, un miliardo di euro di vino tarocco

Alcuni dei falsi in bottiglia, dal 'Prosek' al Chianti (Foto Ansa/Coldiretti)
Alcuni dei falsi in bottiglia, dal 'Prosek' al Chianti (Foto Ansa/Coldiretti)
Alcuni dei falsi in bottiglia, dal 'Prosek' al Chianti (Foto Ansa/Coldiretti)
Alcuni dei falsi in bottiglia, dal 'Prosek' al Chianti (Foto Ansa/Coldiretti)

Per la prima volta in Italia viene mostrato il "volto" del Prošek croato, il vino dolce che minaccia il Prosecco «Made in Italy», il più venduto al mondo e fra i più imitati. Una bottiglia del prodotto balcanico è stata messa in mostra oggi da Coldiretti nel proprio padiglione al Vinitaly Special Edition, in corso alla Fiera di Verona, assieme alla «cantina degli orrori» rappresentata dai vini che suonano italiano, e che ogni anno sottraggono 1 miliardo di euro al vero vino Made in Italy. Per l’occasione, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha diffuso un report su «Il Prosek e i suoi fratelli» con dati sul fenomeno dei falsi in bottiglia, gli esempi più clamorosi, gli errori dell’Unione europea su marchi, etichette e accordi internazionali fino alle contromisure possibili per difendere un settore vitale per il Made in Italy.

 

Resta poco più di un mese per bloccare la domanda di riconoscimento del Prosek croato e tutelare il Prosecco. Quello croato è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia, per il quale Zagabria chiede di registrare una «menzione tradizionale». «La richiesta per il Prosek è un precedente pericoloso che - afferma la Coldiretti - rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio, dove occorre tutelare le denominazioni dai falsi». Dal «Bordolino» argentino nella versione bianco e rosso, con tanto di bandiera tricolore, al «Kressecco» tedesco, il «Barbera bianco» prodotto in Romania e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense, non si contano le contraffazioni e le imitazioni. Il Prosecco è fra i prodotti più bersagliati, con il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi; in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova, mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione Prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

 

«È necessario - sottolinea Prandini - fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo», anche alla luce «della Corte di Giustizia Ue che si è pronunciata chiaramente contro l’utilizzo di termini storpiati o grafiche per richiamare tipicità protette dalle norme Ue. Per questo è importante - conclude - l’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del Governatore Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda».

Suggerimenti