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Cereal Docks vende “petrolio verde” all'Eni

MATERIE PRIME. Si è chiuso con un fatturato di 460 milioni il bilancio 2011. E a Marghera sarà ultimato un piccolo oleodotto collegato alla sede del cane a sei zampe
L'azienda di Camisano è la numero uno in Italia nella trasformazione di cereali e di semi oleosi Fanin: «Ottime prospettive dal bio-carburante»
La sede Cereal Docks a Camisano. Occupa   10 ettari e ha una capacità produttiva di 840 mila tonnellate
La sede Cereal Docks a Camisano. Occupa 10 ettari e ha una capacità produttiva di 840 mila tonnellate
La sede Cereal Docks a Camisano. Occupa   10 ettari e ha una capacità produttiva di 840 mila tonnellate
La sede Cereal Docks a Camisano. Occupa 10 ettari e ha una capacità produttiva di 840 mila tonnellate

Marino Smiderle CAMISANO VICENTINO È a metà strada tra una grande industria e una grande tenuta agricola. Nel senso letterale del termine, perché prende il raccolto dai campi, comprandolo dai fornitori-agricoltori, lo lavora e alla fine lo vende ai grandi industriali, da Barilla al gruppo Eni. Quel che è certo è che la Cereal Docks di Camisano è diventata la numero uno in Italia nel settore della raccolta, essicazione, stoccaggio e lavorazione di cereali e semi oleosi. Il bilancio del 2011, tanto per dare un'idea, chiuderà con un fatturato di circa 460 milioni di euro. LA CRISI. «Questo è un settore - osserva Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks - che ha la fortuna di avere dall'altra parte un consumo garantito. Alimenti, per l'uomo o per gli animali, e fonti energetiche sono prodotti che, crisi o no, vanno venduti. Gli scostamenti in un senso o nell'altro sono minimi e per questo, nonostante le difficoltà generali legate alla carenza di liquidità nei mercati, il nostro business non ha subito cali». LA STORIA. L'anno prossimo l'idea Cereal Docks compirà 30 anni, anche se agli albori, quando Mauro e Paolo Fanin fondarono la società Aurora snc a Camisano per sfruttare i tradizionali legami col mondo agricolo, pochi pensavano che sarebbe diventata leader in Italia, con cinque stabilimenti (Camisano, Portogruaro, Fiorenzuola d'Arda e due a Marghera). «L'ultimo grande salto - ricorda Fanin - l'abbiamo fatto un anno fa circa, quando acquistammo dalla multinazionale americana Bunge lo stabilimento di Marghera». Morale della favola, dai 335 milioni di giro d'affari del 2010, il gruppo Cereal Docks è balzato a quota 460 alla fine del 2011. MARGHERA. A questo punto Marghera diventa cruciale per la logistica di Cereal Docks. «Stiamo investendo sui nuovi collegamenti portuali e ferroviari - prosegue Fanin - e grazie agli accordi raggiunti con le autorità veneziane possiamo convogliare su queste strutture le materie prime in arrivo e i prodotti in partenza». Vale la pena ricordare che, nel 2010, prima dell'acquisto dell'ex Bunge, Cereal Docks, tra prodotti trasformati e commercializzati, era arrivata a superare la soglia di oltre 1 milione di tonnellate di merce gestita. INVESTIMENTI. Ma il grosso degli investimenti per il prossimo futuro è concentrato proprio a Camisano, che resta il cuore pulsante del gruppo. «Abbiamo previsto di investire 75 milioni di euro - rivela Fanin - per aggiornare gli impianti e per potenziare così la capacità produttiva e per garantire la sicurezza del prodotto e di chi lavora nella nostra azienda». ENERGIA. Dai semi oleosi Cereal Docks sa ricavare anche energia. «Il bio-carburante - osserva Fanin - deve garantire un risparmio di Co2 del 33% ma noi saremo il primo stabilimento a ottenere la certificazione che il risparmio sarà del 66%. Crediamo molto in questo comparto e col gruppo Eni, già presente a Marghera, abbiamo trovato un accordo per la realizzazione di una pipeline che trasporterà il bio-carburante prodotto da noi direttamente da loro, risolvendo i problemi di trasporto». BORSA. 460 milioni di fatturato, 115 dipendenti, leadership nazionale («E ora puntiamo a crescere anche all'estero»), Cereal Docks ha tutti i requisiti per quotarsi in Borsa. «Ma al momento non ne abbiamo bisogno - conclude Fanin -. Fino al 2013 consolidiamo quel che abbiamo. Poi, se capiterà un'occasione, vedremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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