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FINANZA.

BpVi, l'aumento di capitale porta 16 mila nuovi soci

«Stop alle trattative con Spoleto, non escludiamo contatti con Banca Etruria. Nel futuro ci saranno meno banche, ma aumenteranno le dimensioni»
Il presidente di BpVi, Gianni Zonin (a sin.) e il dg Samuele Sorato
Il presidente di BpVi, Gianni Zonin (a sin.) e il dg Samuele Sorato
Il presidente di BpVi, Gianni Zonin (a sin.) e il dg Samuele Sorato
Il presidente di BpVi, Gianni Zonin (a sin.) e il dg Samuele Sorato

«Il 2014 credo sarà ancora un anno turbolento. Non vedo infatti un sistema economico-finanziario tranquillo. L'unico segnale positivo proviene dall'export del Nordest che rappresenta un'àncora di salvezza per le aziende, però se non sapremo dare maggior reddito e non ridurremo le imposte, non riusciremo a ripartire». Gianni Zonin, presidente di Banca Popolare di Vicenza, analizza così lo scenario economico che dovrebbe delinearsi nei prossimi mesi. Nonostante le difficoltà, però, BpVi pare andare in controtendenza avendo appena concluso l'operazione di aumento di capitale pari a 100 milioni di euro destinato ai nuovi soci.
«È stato un intervento terminato con grande successo - spiega Zonin - tanto che abbiamo ampliato il numero dei nostri soci di oltre 16 mila unità. Di fatto abbiamo ricevuto più domande di quanta non fosse l'offerta messa a disposizione. Ora, complessivamente, possiamo contare su una base societaria di 90.500 persone e puntiamo a quota 100 mila».
È la fotografia di una banca che sembra in grande salute. Questo significa anche chiudere il 2013 in utile?
Siamo indubbiamente contenti dei risultati ottenuti. Dimostrano la bontà della gestione. Credo quindi chiuderemo in utile, anche se non sarà una cifra eclatante, e questo perché vogliamo essere prudenti. Dobbiamo ancora decidere gli accantonamenti, scelta che faremo nei prossimi mesi.
Presidente, l'aumento di capitale appena sottoscritto potrebbe portare a qualche vostro nuovo movimento?
Guardi, con Spoleto abbiamo ormai escluso qualsiasi trattativa, mentre con Banca Etruria può essere che ci incontreremo. Detto questo, oggi occorre muoversi tenendo ben presenti tre indicatori: efficienza, redditività e solidità di un'azienda. Le visioni “romantiche” non appartengono più a questo determinato periodo storico.
Quindi esclude qualsiasi ipotesi di aggregazione tra BpVi e Veneto Banca, per esempio, come invece auspicherebbe il governatore Zaia?
Sinceramente non mi interessa la “sublimazione” dell'orgoglio veneto. Ho sempre difeso l'identità della nostra banca, di Vicenza e del nostro territorio. È anche grazie a questo che siamo diventati una banca nazionale: Vicenza è, e resterà, autonoma. Poi, con il massimo rispetto e senza la minima volontà di fare polemica, credo sia meglio che ognuno pensi alla propria casa.
Rimanendo in tema di “territorialità”, pensa il prossimo potrà essere l'anno che andrà ad accelerare le aggregazioni a livello infrastrutturale regionale: dalle fiere agli aeroporti?
Penso alla creazione di un polo unico fieristico del Veneto come la salvezza per le nostre fiere. E se riusciremo a realizzarlo faremo bingo. Un unico polo sarebbe importante soprattutto per le aziende che esportano. Poi vorrei anche spendere qualche parola, nello specifico, per la Fiera di Vicenza: reputo la nuova presidenza una scelta valida, così come il nuovo consiglio di amministrazione. Spero ora si cominci a costruire e a farlo nella concordia.
Tornando invece al mondo bancario, come giudica l'azione svolta da Bankitalia negli ultimi mesi e in particolare verso gli istituti più “piccoli”?
Bankitalia, magari anche con atteggiamenti rigidi, ha aiutato molti istituti a mantenere la giusta direzione. Il futuro prossimo vedrà una riduzione del numero delle banche e un aumento delle loro dimensioni. È questa la direzione verso cui ci stiamo muovendo.
Presidente, come vede il controllo bancario europeo?
Con i dati e i numeri che abbiamo ci presentiamo al top tra le banche italiane, non vediamo dunque problemi all'orizzonte. Il prossimo anno, poi, convertiremo in azioni anche il prestito obbligazionario puntando così a migliorare ulteriormente il nostro Core tier 1 superando il 10%. Ripeto, siamo contenti, perché dopo l'aumento di capitale di luglio di 506 milioni di euro, è stata conclusa con successo un'altra operazione importante.
Tra chi ha sottoscritto il nuovo aumento di capitale, quanti hanno chiesto un finanziamento?
Il 40% dei nuovi soci ci ha chiesto un finanziamento per aderire al piano proposto; il 60% invece non ha avuto bisogno di alcun sostegno.

Matteo Bernardini

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