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La mostra

New York degli Anni Settanta. Storia di immagini e dialoghi

In prima nazionale la rassegna dei due fotografi Roberta Bayley e David Godlis: l'esposizione a Palazzo Thiene aprirà al pubblico il 31 marzo
Ramones: New York, 1976 (Foto di Roberta Bayley)
Ramones: New York, 1976 (Foto di Roberta Bayley)
Ramones: New York, 1976 (Foto di Roberta Bayley)
Ramones: New York, 1976 (Foto di Roberta Bayley)

Ci può stare il Quattrocento documentato da due protagonisti come Bartolomeo Montagna e Giovanni Bonconsiglio, oppure il Cinquecento con le tele di Jacopo Bassano e della sua scuola con fotografie che raccontano il movimento punk americano a metà degli anni Settanta? Ma certo. I capolavori si possono contaminare, non hanno necessità di suite private. Anche le varie forme d'arte possono avere una storia, un capitolo che sia di secoli addietro o solamente di anni. Ed è questo l'obiettivo della mostra "Blank Generation - Il punk di New York all'ombra del Palladio", che si terrà a palazzo Thiene dal 31 marzo al 14 maggio. Trentasei fotografie, esposte su pannelli grigi al centro di uno dei corridoi che costituiscono la parte centrale del palazzo dell'ex Popolare con gli scatti di due artisti americani: Roberta Bayley e David Godlis, entrambi nati all'inizio degli Anni Cinquanta che, per la prima volta, espongono in Italia. Non solo. Saranno a Vicenza per parlare della loro espressione artistica con gli studenti (naturalmente solo in inglese) e ancora del movimento punk che, soprattutto, a New York era animato da artisti che dettavano vie alternative e artistiche al rock, come i Velvet Underground, i Ramones, Lou Reed, la formidabile Wayne County, ma anche la stessa Patti Smith e i poco art Stooges di Iggy Pop. E, soprattutto, parleranno di un locale: il club CBGB, acronimo di "Country Blue Grass Blues" universalmente riconosciuto come il tempio del punk. Nato come luogo destinato alla musica country, blues e bluegrass, che si trasformerà naturalmente nel luogo giusto per il movimento punk.

La Grande Mela "catturata" dai due fotografi ha la forma di un pianeta, altro, diverso. Molto lontano dal punk inglese che farà esplodere e detterà i canoni principali della moda nata dalla protesta giovanile e non solo. Le atmosfere newyorkesi sono fatte di esibizioni, luci sfumate, scatti in bianco e nero che venivano sviluppati nelle camere oscure dagli stessi artisti. Immagini che catturano espressioni, gruppi, luoghi, volti che danno una fisionomia nitida all'esposizione, capace di consegnarci un pezzo di storia importante, facendoci conoscere la peculiarità di un modo artistico capace di contraddistinguere in modo significativo gli anni Settanta.

Television, First Avenue, 1977 (Foto David Godlis)
Television, First Avenue, 1977 (Foto David Godlis)

«Sono sempre stato interessato alla fotografia, alla street art- confessa Andrea Compagnin, ideatore e curatore della rassegna con Matteo Bussi che si è occupato dell'allestimento- questa iniziativa è nata più di tre anni fa, ma in città non esiste uno spazio dove esporre arte contemporanea. In compenso ci sono molti luoghi deputati all'arte pittorica, rinascimentale e allora perché non unire i due generi? Siamo partiti da questo e abbiamo chiesto al Comune di poter utilizzare un piccolo spazio a Palazzo Thiene. Ci sono stati imprevisti lungo la strada tra cui il Covid, ma ora possiamo dire di essere giunti al traguardo».

No Wave Punks da sinistra a destra: Harold Paris, Kristian Hoffman, Diego Cortez, Anya Philips, Lydia Lunch, James Chance, Jim Sclavunos, Bradly Field, Liz Seidman. 1978 (Foto di Godlis)
No Wave Punks da sinistra a destra: Harold Paris, Kristian Hoffman, Diego Cortez, Anya Philips, Lydia Lunch, James Chance, Jim Sclavunos, Bradly Field, Liz Seidman. 1978 (Foto di Godlis)

Tra i capolavori di pittori rinascimentali troveremo immagini che raccontano i gruppi durante le loro esibizioni, nei camerini. Sembrano foto sospese fuori dal tempo, e tra le più celebri ricordiamo quella in cui Patti Smith fuma una sigaretta durante una pausa e quella dei Ramones davanti all'ingresso del club. Probabilmente lo storico rock club nel Lower East Side di Manhattan deve la sua aura di fascino e di magia anche alle iconiche fotografie scattate al suo interno da Roberta Bayley e David Godlis, questo'ultimo autore di libri, con "History Is made At Night" ha descritto molti tra i più famosi gruppi punk che hanno caratterizzato la scena della Grande Mela. «Feci il mio primo viaggio a New York nel 1995 e cercavo quegli scatti, quelle persone, quell'atmosfera- racconta ancora Compagnin-. Ho iniziato a girare, a muovermi. Poi, un giorno sono entrato in una barberia e ho visto appesa al muro una foto di Godlis, ho chiesto al proprietario se sapeva dirmi dove trovarlo. Con calma ha preso la sua agenda, rigorosamente di carta, e mi ha dato il suo numero. E, da allora, è nata un'amicizia, un racconto, la testimonianza di un'epoca che da giovane non so che cosa avrei dato per conoscere nei dettagli. Ci siamo sempre tenuti in contatto, mi fece conoscere anche Roberta Bayley, spesso in viaggio soprattutto in Oriente e poi è nata l'idea della mostra in Italia. Ora, vederla realizzata e con la loro presenza a Vicenza mi sembra veramente un sogno che spero altre persone possano apprezzare. Sono giganti nella loro opera per aver fatto conoscere nel mondo, un movimento culturale fatto di canzoni e personaggi straordinari che è rimasto nel cuore a tantissime persone che si sono avvicinate negli anni a quel genere di musica».

Oscillazioni tra arte e fotografia. Un dispositivo quello creato a Palazzo Thiene che connette, tutela, ricerca e che riscrive temporalità non contigue. Ci parla di una società che non vuole sopravvivere a sé stessa, ma abita il passato per inventare un nuovo futuro legato all'opera dell'uomo. All'ombra di Andrea Palladio. Con un occhio strizzato verso il punk. 

Chiara Roverotto

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