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Il lutto

Morto l'architetto Portoghesi. Firmò il progetto mai realizzato per recuperare l'Incompiuta

Portoghesi venne numerose volte nel Vicentino e numerosi sono gli incarichi che ricevette sul territorio. Sua la chiesa dell’ospedale

Addio all'architetto Paolo Portoghesi, morto questa mattina nella sua casa di Calcata, vicino a Roma all'età di 92 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie, l'architetto Giovanna Massobrio. Portoghesi venne numerose volte nel Vicentino e numerosi sono gli incarichi che ricevette sul territorio: sua la chiesa dell’ospedale. Nell’ottobre 2003, partecipò anche  ad un convegno dell’Accademia Olimpica. E nel 2007 Portoghesi firmò l'ambizioso progetto di recupero e ristrutturazione dell'Incompiuta di Brendola per realizzare, nello stabile in rovina, la sede della Cassa rurale ed artigiana di Brendola.

Un progetto tornato nel cassetto l'anno dopo, dopo un vero e proprio "romanzo" raccontato sulle pagine de Il Giornale di Vicenza, con il ritiro della richiesta di acquisto dell'istituto di credito a causa di contrasti e polemiche sul progetto non condiviso con le amministrazioni del paese ed alcuni enti, segnalazione e verifiche con la Soprintendenza, discussioni paesaggistiche.

Chi era Paolo Portoghesi

Docente universitario e progettista di fama internazionale, Portoghesi è stato il principale esponente del Postmodernismo in Italia. Architetto ma anche storico, critico, docente, primo direttore della Biennale Architettura. Una vita fino all'ultimo ricca di incarichi, idee, aspirazioni, progetti che in tanti momenti hanno incrociato la fede e le fedi ma anche l'arte, il teatro, il cinema.

Portoghesi in tanti anni di carriera ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo davvero di tutto in Italia e all'estero. L'elenco è lungo, dalla Casa Baldi, citata in tutte le storie dell'architettura, alla moschea di Roma, forse la sua opera più nota, passando per i complessi residenziali dell'Enel di Tarquinia, l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano e di Piazza San Silvestro a Roma, mentre fra i lavori per l'estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la Moschea di Strasburgo, tante chiese. 

Ma non solo, perché tanto tempo Portoghesi lo ha dedicato all'insegnamento - alla Sapienza e poi al Politecnico di Milano di cui è stato rettore dal 1967 al 1979 - e agli studi teorici, agli scritti che hanno fatto epoca sul barocco romano e l'adorato Borromini. Ma anche ai lavori dedicati all'architettura moderna, la rilettura e la valorizzazione dell'opera di Mario Ridolfi, per esempio. Tutto materiale che dal 2016 è stato donato al Museo Maxxi di Roma.

Portoghesi a Brendola

Nel progetto dell'architetto Portoghesi per l'Incompiuta, centrale era la conservazione dell'aspetto esterno della chiesa. I disegni presentati a Brendola erano di estremo interesse e degni della sua fama: sostanzialmente l'aspetto esterno dell'edificio era salvo (conservati i tre lati intatti dell’edificio), qualche ritocco sulla facciata dove appaiono i piani all'interno. Il pianterreno disponibile alla comunità per convegni, mostre, incontri e il resto era a disposizione dell'istituto di credito. 

Cos'è l'Incompiuta di Brendola

L'imponente chiesa fu pensata e voluta dall'arciprete don Francesco Cecchin, parroco dal 1912 al 1949, nell'intento di riunire in un'unica comunità la quattro parrocchie di Brendola. Ma sin dagli esordi, l'Incompiuta divise. In ogni caso, affidato l'incarico progettuale all'architetto vicentino Fausto Franco, i lavori iniziarono il 31 ottobre 1931 con la posa della prima pietra. L'architetto Franco, una firma dell'architettura dell'epoca, era anche un archeologo ed era allora reduce da una campagna di scavi in Libia, dove aveva avuto modo di studiare i resti del palazzo dell'imperatore Settimio Severo. E la facciata dell'Incompiuta ricorda, infatti, le linee di quegli antichi edifici romani sulle coste libiche.

Tra grandi sacrifici, sul finire del decennio l'edificio era stato portato al tetto, con la monumentale facciata in pietra dei Berici e la statua di San Michele alta 3 metri e 60 dello scultore vicentino Giusepe Zanetti. Ma i lavori si interruppero con la guerra. 

Nel 2001, con la sponsorizzazione della Cassa rurale, il Comune di Brendola promosse un concorso di idee per l' Incompiuta. Ben 36 i progetti presentati, alcuni decisamente fantasiosi, tutti con una lacuna: il piano finanziario. E così, dopo altri quattro anni di silenzio, si arrivò al 2005 quando l'istituto di credito, alla ricerca di una nuova sede mise l'occhio sulla chiesa e commissionò all'architetto Paolo Portoghesi un progetto. Ma anche in questo caso non se ne fece nulla. E l'Incompiuta, per dirla con le parole dell'indimenticato Remo Schiavoaccademico olimpico, studioso e storico del teatro, è rimasta un «relitto archeologico lasciato allo stato di rovina come le terme di Diocleziano o di Caracalla a Roma». 

 

 

 

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