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Il caso

Lite sulla sepoltura di Vitaliano Trevisan. Vicenza non può ospitare la tomba, non è residente

Cimitero La zona dei loculi delle salme cremate,  a Vicenza
Cimitero La zona dei loculi delle salme cremate, a Vicenza
Cimitero La zona dei loculi delle salme cremate,  a Vicenza
Cimitero La zona dei loculi delle salme cremate, a Vicenza

Da un lato il desiderio di dare pace, almeno dopo la morte, ad un’anima inquieta, dall’altro gli ostacoli della burocrazia. Ma, su tutto, la volontà di dare una risposta prima possibile. Lo dice a chiare lettere il sindaco Francesco Rucco, subito dopo l’incontro con papa Francesco. E lo ribadisce qualche minuto più tardi, con una nuova telefonata, in cui sottolinea «la disponibilità a trovare una soluzione per collocare le ceneri di Vitaliano Trevisan» se è necessario anche «rivedendo il regolamento, che presenta un vuoto normativo». Anzi, una soluzione ci sarebbe ed è quella che la famiglia, nel caso specifico la sorella, faccia richiesta di poter collocare le ceneri dello scrittore scomparso un mese fa nel famedio. In questo caso sarebbe sufficiente il parere della giunta e non ci sarebbero regolamenti a porre ostacoli. «Può darsi ci siano state delle incomprensioni perché era proprio al famedio che pensavo» afferma Antonietta Trevisan che aggiunge: «Mi sono rivolta al Comune con molta umiltà, perché so che come uomo mio fratello è stato spesso molto duro. Ma come artista è considerato uno dei maggiori autori del Novecento e vorrei che le sue ceneri fossero collocate in un luogo che gli spetta, in quella Vicenza che ha tanto amato, dove ha abitato in passato e che spesso ha citato nei suoi libri». Un desiderio condiviso dal sindaco. «Avevamo dato parere favorevole - assicura Rucco - non nascondo che ho anche cercato di forzare la mano ma, da uomo di legge, non ho potuto fare diversamente di fronte al parere negativo scritto degli uffici». Il motivo è presto detto: il regolamento comunale prevede che possa essere sepolto nel cimitero chi muore in città, ne è residente o ha dei parenti residenti. E nel caso di Trevisan non c’era nessuno di questi requisiti. Discorso diverso per il famedio, che non è disciplinato da un regolamento, e dove la giunta può stabilire chi accogliere, prendendo una decisione basata sul riconoscimento delle qualità e delle opere della persona. Si tratterebbe insomma solo di precisarlo nella richiesta. 

Marialuisa Duso

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