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Il museo di Malo

Addio a Giobatta Meneguzzo fondatore del Casabianca

Giobatta Meneguzzo davanti alla sua creatura il Museo Casabianca di Malo (Foto Studio Stella)
Giobatta Meneguzzo davanti alla sua creatura il Museo Casabianca di Malo (Foto Studio Stella)
Giobatta Meneguzzo davanti alla sua creatura il Museo Casabianca di Malo (Foto Studio Stella)
Giobatta Meneguzzo davanti alla sua creatura il Museo Casabianca di Malo (Foto Studio Stella)

Se ne è andato a Malo ieri mattina, di venerdì, a 93 anni compiuti da pochi giorni il decano dell'arte contemporanea vicentina Giobatta Meneguzzo, dopo un ricovero di qualche giorno in ospedale per un malessere, seguito da una breve convalescenza assistita nella locale Rsa fino all'improvviso aggravarsi fatale delle condizioni di salute. Eppure Giobatta, come tutti lo chiamavano, non ha mai smesso fino all'ultimo di pensare "al futuro", come approccio alla vita, sempre vivendo il contemporaneo.

Ne è l'espressione il "suo" Museo Casabianca di Malo sede della più ampia collezione di grafica d'arte contemporanea anni '60-'90 del Novecento, la sua creatura costruita in 40 anni di lavoro appassionato diventata museo in grado di offrire un quadro completo degli sviluppi di punta dell'arte d'avanguardia in Italia e all'estero, ponendosi come informazione puntuale ed efficace. Un intreccio inestricabile di umori culturali, costume dell'arte, spaccato di un'epoca che Meneguzzo fiutava d'istinto, intercettando le trasformazioni del mondo dell'arte: una sorta di dimensione antropologica. Basta farsi un giro nelle otto sale su tre piani del Casabianca: 1.300 opere esposte - tra le 3 mila archiviate insieme a 1600 volumi, numerose foto, documenti, giornali e riviste - con effetto di opera complessiva, un incastro inscindibile di segni e grafica che Giobatta componeva e ricomponeva con precisione con le opere degli artisti importanti della Pop art, Land art e Body art, Fluxus, Nouveax Réalisme, Poesia Visiva, Informale, Concettuale, Transavanguardia contaminati con oggetti o arredi di arte popolare di famiglia. «Ho portato fin qua la metropoli - si inorgogliva - adesso mi chiedono in prestito le opere da Milano, Venezia, Torino... perfino da Londra».

Con la tenacia condita di saggezza delle sue origini contadine, bussola esistenziale, ha perseguito l'idea che non esiste periferia per l'arte: in modo pragmatico ha mostrato che è possibile che l'arte non coincida con un luogo deputato, l'arte si può vedere dappertutto non si identifica in un luogo, ma nel soggetto che la produce e la cultura artistica nasce e si sviluppa laddove c'è qualcuno che ha interesse a farla conoscere dimostrando che nella piccola Malo dove sono passati tutti gli artisti - compresi quelli della provincia - e le correnti del 900 si è potuto dare informazione sull'arte contemporanea al di fuori dei circuiti delle grandi città. Se Malo non è Milano o New York acquisisce valore di centralità quando lui fonda il Casabianca in un momento in cui in Italia non esistono esempi di musei privati come in America o in Europa. Un amore per l'arte che non resta confinato nel collezionismo privato diventando luogo di incontri, eventi confronto sul ruolo del museo per un approccio libero all'arte.

Nato a Priabona minuscolo borgo tra i monti sopra Malo Giobatta Meneguzzo è restato fedele nei modi, nei pensieri e nella lingua (parlava una amabile variante rustica del dialetto altovicentino) al mondo delle sue origini. Si diploma geometra nel 1948 lavorando come libero professionista e poi, dal 1951 al '74, come tecnico comunale esterno partecipando al processo di rinnovamento del centro urbano di Malo, compreso il ripristino della Casabianca. L'attività professionale gli consente una disponibilità economica rivolta prima alla raccolta dei libri d'arte e poi dal '59 alla collezione di opere d'arte contemporanea privilegiando la disciplina della grafica che gli consente di spaziare nel mondo dell'arte registrando in forma sistematica i movimenti, le tendenze e gli artisti in campo nazionale e internazionale. Nel 1969 realizza la sua casa di Malo (disegno di Giò Ponti, interni di Nanda Vigo) un oggetto "alieno" nel contesto del paese di allora. Nel 1978 apre il museo Casabianca mettendo la collezione privata in esposizione al pubblico. L'amico scrittore maladense Luigi Meneghello scrisse che «nel contesto della moderna vita italiana la Casabianca e il suo museo di grafica sono un piccolo portento».

Lascia la moglie Luciana, i figli Luca e Marco, gli adorati nipoti Amelia e Antonio. I funerali si celebreranno nella chiesa della natìa Priabona per sua precisa volontà.

Floriana Donati

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