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Cartigliano

«Malato di Sla
ma voglio vivere
ad ogni costo»

Jenny Bresolin assieme al marito Riccardo Cerantola
Jenny Bresolin assieme al marito Riccardo Cerantola
Jenny Bresolin assieme al marito Riccardo Cerantola
Jenny Bresolin assieme al marito Riccardo Cerantola

CARTIGLIANO. «Basta ai messaggi unidirezionali sull’eutanasia. Occorre parlare anche di vita, anzi, di amore». Lo sottolinea una giovane mamma e moglie di Cartigliano, Jenny Bresolin, 40 anni, che gestisce un salone di acconciature per signora a Nove. All’indomani del triste caso del dj Fabo, Jenny, moglie di un malato di Sla, ha voluto far sentire forte la sua voce creando un caso di... positività. «Ritengo sia stato dato troppo spazio dall’informazione, non voglio che passino dei messaggi sbagliati».

 

Facendo un passo indietro, Jenny da un decennio si confronta con una realtà durissima: il marito Riccardo Certantola, 43 anni, è stato colpito dalla tremenda malattia e da otto anni vive grazie a macchinari complessi e riesce ad esprimersi solo con un computer ottico. La coppia cartiglianese ha due bambini: «In casa nostra - racconta Jenny - c’è sempre il sorriso, ma quando Riccardo ha appreso della scelta del dj Fabo ha voluto dirmi che era un caso particolare, che ha smosso le coscienze. Gli ho subito replicato: “Riccardo, sei tu un caso particolare”, quando sei sorridente con tuo figlio in braccio, è questa tua vita che deve smuovere le coscienze. Smettiamola con queste notizie, pur nel rispetto delle scelte di ciascuno, credo vadano date anche altre informazioni. L’impressione e il mio timore è che si creda in modo generalizzato che quando si è alle prese con una disabilità non si possa vivere dignitosamente: non è così – spiega la parrucchiera di Cartigliano –. Siamo dell’avviso cha la vita è sempre in ogni caso degna di essere vissuta. La nostra vita è normale, siamo una famiglia come tutte le altre, anzi noi siamo fortunati perché – afferma - ci rapportiamo con una disabilità che ci fa capire come ogni momento debba essere vissuto».

 

Piuttosto sono altri gli aspetti che dovrebbero essere rafforzati, i coniugi Cerantola quanto vanno in vacanza non sempre trovano strutture adeguate, ma non è solo questo: «Basti pensare a quelle mamme in gravidanza che quando sanno di attendere una creatura disabile scelgono di abortire, semplicemente perché pensano che qualora vengano a mancare i genitori la società non è strutturata per farsi carico di queste persone».

 

Jenny e Riccardo non giudicano scelte estreme, eutanasia compresa, ma ribadiscono che la disabilità e la sofferenza possono parlare molto alle coscienze, più degli inutili brontolii quotidiani di chi è in salute: «Non è facile, ma noi vogliamo andare avanti, ci vogliamo bene, non cambierei mio marito con nessun altro, io vedo dentro di lui la persona che realmente è - conclude Jenny -. Cerco di fare di tutto per fare quelle cose che ad altri in questa situazione sembrano impossibili».

Un desiderio finale per i coniugi cartiglianesi? «Sentire parlare i tanti come noi che ogni giorno, senza proclami, con costanza e forza, vanno avanti».

Riccardo Bonato

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