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Carico di cocaina
da mezzo milione
Preso imprenditore

L’ispettore superiore Antonello Bettini e il vice questore Davide Corazzini. COLORFOTO ARTIGIANA
L’ispettore superiore Antonello Bettini e il vice questore Davide Corazzini. COLORFOTO ARTIGIANA
L’ispettore superiore Antonello Bettini e il vice questore Davide Corazzini. COLORFOTO ARTIGIANA
L’ispettore superiore Antonello Bettini e il vice questore Davide Corazzini. COLORFOTO ARTIGIANA

I panetti di cocaina, entrambi da un chilo e del valore complessivo di oltre mezzo milione di euro, erano nascosti in una macchina laminatrice trasportata da un tir. A scoprirli è stata la squadra mobile, che, dopo aver ricevuto una soffiata sull’arrivo di un carico di droga proveniente dall’Europa dell’est, ha seguito un camion sospetto dalla frontiera fino a un’azienda di Schio. Qui, oltre al sequestro, è scattato pure l’arresto dell’imprenditore scledense che aveva ordinato il macchinario: Luigi Carollo, di 65 anni, residente in via Porta di Sotto, che deve rispondere di traffico di stupefacenti. Un suo conoscente, M.D.P., 50, pure lui di Schio, è stato invece denunciato per concorso nello stesso reato.

LA SOFFIATA. L’operazione dei detective guidati dal vice questore Davide Corazzini e dall’ispettore superiore Antonello Bettini è scattata la mattina del 7 febbraio, ma per esigenze investigative è stata resa nota solo ieri. Come spesso accade in questo tipo di indagine, a mettere la questura sulle tracce del tir è stata un’informazione confidenziale raccolta all’inizio del mese su una partita di “polvere bianca” in arrivo a Schio.

IL PEDINAMENTO. A quel punto, gli investigatori hanno chiesto la collaborazione dei colleghi delle questure di Trieste e Venezia, e hanno intercettato un camion proveniente dalla Serbia alla frontiera di Fernetti nel Triestino. Il mezzo corrispondeva alla descrizione fatta dall’informatore. E così, è cominciato il pedinamento. Qualche ora dopo, il tir ha imboccato la Valdastico ed è uscito al casello di Thiene. Il camionista si è quindi fermato in un distributore dove ha incontrato Carollo, arrivato in auto. I due si sono scambiati qualche parola, dopodiché sono ripartiti alla volta di una ditta di logistica di Schio, che risulta estranea ai fatti.

IL BLITZ. I poliziotti hanno atteso che il mezzo pesante entrasse nel deposito dell’azienda e sono quindi intervenuti. Trovare la droga non è stato un gioco da ragazzi, perché i due chili di cocaina erano stati attaccati con il nastro adesivo all’interno dei rulli in acciaio della macchina laminatrice. Scattato il sequestro, i detective hanno poi cominciato a interrogatore l’autotrasportatore straniero. Quest’ultimo ha affermato di non sapere nulla della droga occultata nel macchinario e i poliziotti gli hanno creduto.

L’ARRESTO. Poi è stata la volta di Carollo. Anche lo scledense ha detto di non c’entrare niente con lo stupefacente, ma gli uomini della squadra mobile si sono fatti un’idea diversa. Leggendo la bolla di accompagnamento della laminatrice hanno verificato che era lui il destinatario della laminatrice. L’aveva acquistata tramite una ditta che in realtà ancora non esiste, e a lui riconducibile, da un’azienda serba, pagando il macchinario circa 17 mila euro. L’imprenditore ha inoltre aggiunto che l’avrebbe rivenduto, ma non c’è alcun riscontro dell’acquirente. E così, è scattato l’arresto. Carollo, difeso dall’avvocato Nicoletta Pan, ha già affrontato l’interrogatorio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari, al termine del quale ha ottenuto il beneficio dei domiciliari. La questura ha inoltre denunciato il conoscente dello scledense che aveva chiesto al proprietario del capannone di poter ospitare temporaneamente la spedizione. Pure lui ha professato la propria innocenza.

L’INDAGINE. Lo stupefacente è stato sottoposto al narcotest. Saranno gli esami condotti in laboratorio a stabilire con esattezza il grado di purezza, che per il momento parrebbe superare l’85 per cento. Secondo la mobile, una volta immessa sul mercato la cocaina avrebbe fruttato almeno 500 mila euro. Considerando soprattutto la qualità e la quantità della polvere bianca recuperata e l’abilità con la quale i panetti erano stati nascosti, gli investigatori sospettano che dietro al traffico si nascondano anche altre persone. Per questo, l’indagine è tutt’altro che conclusa. I detective della sezione antidroga stanno seguendo una pista precisa che porta in Serbia, ma mantengono il massimo riserbo.

Valentino Gonzato

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