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Vicenza

Un milione di turisti entro dieci anni. «Vicenza è pronta ad accoglierli»

L’analisi del Centro studi di Cisl prevede un boom nel 2035. Nel 2023 con 853.336 ingressi sono stati superati i livelli del 2019. Il 64 per cento sono italiani

Entro dieci anni, Vicenza si prepara ad aprire le porte ad un milione di turisti. Molte di più - 2,4 milioni - le presenze, vale a dire il numero di pernottamenti nel capoluogo e nella vasta provincia berica.
Ciò significa che, entro il 2035, il capoluogo dovrà attrezzarsi per accogliere una platea sempre più vasta di visitatori italiani e stranieri, offrendo loro strutture e servizi adeguati per rispondere alla domanda di ospitalità (le presenze, appunto) ma anche a tutto ciò che si accompagna al soggiorno turistico, dalla ristorazione allo shopping. Tradotto: entro un decennio serviranno almeno 10 mila lavoratori del comparto hospitality, ben di più dei 20 mila oggi in forze nel Vicentino.

L'indagine "Turismo e territorio"

Sono questi gli scenari tratteggiati nell’indagine “Turismo e territorio”, realizzato dai ricercatori del Centro studi di Cisl Vicenza Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron e presentato ieri mattina in occasione del convegno omonimo “Costruire il futuro su qualità, crescita e attrattività nella Provincia di Vicenza”. Una tavola rotonda a cui hanno preso parte Matteo Bocchese, segretario di Fisascat Cisl Vicenza; Raffaele Consiglio, segretario Cisl Vicenza; Giovanni Comiati, di Fisascat Veneto; Diego Lorenzi, di Fisascat nazionale; Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza; Flavio Convento, vicepresidente di Confesercenti Veneto centrale; Gianluca Baratto, presidente di Fipe Vicenza; Michele Marchetto, segretario della Camera di commercio vicentina. Per tutti, l’obiettivo è uno: «Essere pronti e strutturati per un’accoglienza ampia e diffusa».

Il punto sulle prospettive di sviluppo del turismo

L’occasione insomma, a palazzo Cordellina, per fare il punto sia sulle prospettive di sviluppo turistico che sulle opportunità di crescita economica per tutto il territorio. A cominciare, appunto, dalla “fame” di figure professionali da “destagionalizzare”, in favore di un approccio molto più strutturato anche in comparti storicamente “a tempo”, come l’alberghiero. Soprattutto alla luce del fatto che il turismo in area berica è sempre più spalmato nel corso dell’anno, con picchi di quasi 95 mila arrivi a luglio, ma oltre 62 mila anche a dicembre.

La maggioranza dei turisti arrivano dall'Italia

A fare la parte del leone è il flusso dall’Italia, con 546.243 arrivi nel 2023: un record assoluto, che supera abbondantemente i 506.637 arrivi nazionali del 2019, prepandemia. Si riducono un po’ gli stranieri (307.093 nel 2023 e 346.623 nel 2019) ma, nel complesso, gli 853.336 arrivi del 2023 segnano comunque il primo “sorpasso” dal post Covid, dopo gli 853.260 arrivi del 2019. Se gli italiani costituiscono il 64 per cento dei turisti (in prevalenza Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte) dall’estero in testa c’è la Germania (41.440 arrivi nel 2023), poi Stati Uniti (24.668), Francia, Cina. Stranieri che, peraltro, sono quelli più disposti a spendere, con una media di 167 euro al giorno, come evidenzia Convento. Non a caso, il 71,6 per cento degli stranieri sceglie sistemazioni in hotel a 4 o 5 stelle, contro il 52,5 per cento degli italiani.

Il turismo è però "mordi e fuggi"

Ad emergere, dalla ricerca del Centro studi Cisl, è però anche il cambiamento dell’esperienza turistica, a Vicenza come nel resto del Paese. Quello che si preferisce, oggi, è infatti un turismo “mordi e fuggi”, con meno notti e più spostamenti. Se dal 1997, anno in cui comincia l’analisi storica, gli arrivi sono praticamente raddoppiati (allora erano 452.720) è molto meno evidente l’aumento delle presenze. All’epoca erano 2.063.439, nel 2023 sono state 2.264.687. E nel 2035, quando si prevede il famoso milione di visitatori? Saranno comunque inferiori ai 2,5 milioni, in linea con l’attuale media di permanenza di 2,5 giorni (nel 1997 era di 4,56 giorni). Ma guardando alle mete beriche, cosa predilige il turista? A trainare è la città (197.708 arrivi, dato 2022). Segue Bassano (72.500), poi Asiago (66.942), Montecchio Maggiore (39.261), Creazzo (31.016). Quindi turismo culturale, storico, enogastronomico, “vacanziero”, sportivo ed economico, legato per esempio alla Fiera dell’oro. Una classifica che cambia però se si guarda alla media tra presenze e arrivi. Il luogo in cui le persone pernottano più a lungo - 7 giorni - è Roana, subito dietro Gallio, poi Asiago.

 

Giulia Armeni

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