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Vicenza

Travolto e ucciso mentre torna dal lavoro. Chiesto il processo per l'investitore

L’autista del furgone sfrecciava in viale della Scienza, ha perso il controllo del veicolo e ha investito il cameriere in bici, uccidendolo sul colpo

Sfrecciava col suo autocarro a oltre cento chilometri all’ora, più del doppio del limite consentito, in curva e con il manto stradale bagnato, troppo: ha perso il controllo del veicolo e travolto un ciclista. Ma ora dovrà risponderne davanti alla giustizia e ai familiari della vittima.

A conclusione delle indagini preliminari sul tragico incidente costato la vita a Giacomo Torrieri63 anni, di Altavilla Vicentina, e occorso il 10 dicembre 2022 in viale della Scienza, a Vicenza, il pubblico ministero della Procura berica. titolare del procedimento penale, la dott.ssa Cristina Carunchio, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale, per V. A. A. (sono state rese note le sole iniziali), 43 anni, di origini ghanesi ma residente a Thiene, il conducente del furgone che, dopo l'uscita di strada, ha tamponato con violenza la vittima che in bici stava rientrando a casa dal lavoro.

Riscontrando l’istanza, il Gup del tribunale vicentino, dott.ssa Antonella Crea, ha fissato per il 21 maggio, l’udienza preliminare del processo dal quale la moglie e le due figlie di 17 e 14 anni, assistite da Studio3A, si aspettano risposte. La famiglia della vittima è tornata a risiedere a Mosciano Sant’Angelo (Teramo) da dove si era trasferita a Vicenza negli anni Ottanta. Studio3A ha già ottenuto dalla compagnia di assicurazione del furgone il risarcimento ma ora la moglie e le figlie si attendono anche in sede penale una condanna congrua per il responsabile della tragedia che ha strappato loro il marito e il padre.

L'incidente in viale della Scienza a Vicenza in cui ha perso la vita il 63enne in bici

Dai rilevi della polizia locale di Vicenza, poi ricostruiti nei dettagli dal consulente tecnico Claudio Coral, a cui il sostituto procuratore ha conferito l’incarico per accertarne la dinamica, le cause e le responsabilità è emerso che l’imputato, alla guida di un Renault Trafic, alle 16.55 percorreva viale della Scienza in direzione ovest-est, verso il centro di Vicenza, «a una velocità di almeno 108 km/h» scrive il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio. La perizia rimarca anche che il conducente dell’autocarro stava guidando il suo mezzo «a una velocità di più del doppio superiore a quella massima imposta in quel tratto di strada, ovvero 50 km».
 

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La dinamica

A causa dell’andatura troppo sostenuta, anche in ragione delle condizioni atmosferiche, l’asfalto era viscido per la pioggia, giunto nei pressi dell’inizio di un tratto curvilineo, nell’affrontare la curva l’oggi quarantatreenne, prosegue il sostituto procuratore, «ha perso il controllo del veicolo deviando verso destra, scarrocciando trasversalmente e, dopo aver percorso 26 metri (in cui ha anche divelto guardrail e segnaletica), andava a collidere con la bici  condotto da Torrieri, causandone il decesso».

La morte del ciclista 63enne di Altavilla

In seguito al tremendo impatto, il 63enne ha riportato politraumi gravissimi che non gli hanno lasciato scampo, è deceduto sul colpo. La sua condotta, puntualizza il consulente tecnico d’ufficio, «non è in alcun modo censurabile sotto profili di responsabilità emergenti da violazioni specifiche del codice della strada». Torrieri non ha avuto nemmeno modo di rendersi conto di nulla.

Di qui la richiesta di processo per V. A. A. a cui il PM imputa «di aver causato per colpa la morte di Torrieri, con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, consistita della violazione degli articoli 141 e 142 del Codice della Strada». Non bastassero le già gravi infrazioni commesse, dalla consulenza tecnica è anche risultato che il furgone «montava pneumatici altamente usurati, per le condizioni di usura irregolare e la vetustà degli stessi».

Chi era Giacomo Torrieri

Torrieri aveva lavorato come cameriere per noti locali del Vicentino, quali l’Hotel Michelangelo, Le Delizie, la Vecchia Guardia e, da ultimo, il Papaya di Altavilla Vicentina, facendosi apprezzare per la sua professionalità. Il giorno dell'incidente fatale, dopo aver staccato dal suo turno al Papaya alle 15, stava tornando a casa con la bici che usava abitualmente per andare al lavoro e spostarsi in città.

 

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