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La grande opera

Tav, il Comune rilancia. «Rfi valuti l’opzione zero a est»

Il giorno dopo la presentazione dei tecnici, l’amministrazione comunale chiede ufficialmente un nuovo progetto. Possamai: «Vogliamo che sia fatto uno studio e vedere le carte». E intanto l’opposizione incalza
Lo scenario a est .Come cambierà la zona con l’arrivo della Tav? La partita è aperta
Lo scenario a est .Come cambierà la zona con l’arrivo della Tav? La partita è aperta
Lo scenario a est .Come cambierà la zona con l’arrivo della Tav? La partita è aperta
Lo scenario a est .Come cambierà la zona con l’arrivo della Tav? La partita è aperta

Opzione “zero”, rivedere il cavalcavia sostitutivo di via Vittime civili di guerra e ripensare lo scavalco di Setteca’. Sono le prime richieste di palazzo Trissino a Rfi e Iricav, dopo la presentazione in commissione Territorio delle tre proposte per lo sviluppo a est della linea alta capacità-alta velocità. E intanto si levano anche le voci delle minoranze. 

Il dibattito sul terzo lotto

Si riapre dunque il dibattito sul terzo lotto funzionale, in particolare sui 4,3 chilometri di linea dalla stazione al confine est. Tre le ipotesi elaborate: affiancamento in superficie; il mix trincea-galleria corta (entrambe già presentate in assemblea pubblica dalla precedente giunta) e la nuova galleria “lunga” di 2,5 chilometri (vedi a lato). 

Il confronto, assicura il sindaco Giacomo Possamai, è solo agli inizi: «Siamo ancora in una fase primordiale ma abbiamo subito voluto mettere la città e il consiglio comunale di fronte a tutte le ipotesi. Ciascuna delle opzioni ha pregi e difetti, che vanno discussi e valutati. Nelle prossime settimane faremo ulteriori approfondimenti in commissione e invieremo le richieste di approfondimento che emergeranno». 

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Un primo punto c’è già

«Abbiamo chiesto di valutare anche la soluzione zero, vale a dire se sia possibile evitare interventi sulla linea e procedere con il sistema Ertms e l’alta velocità “virtuale”». Posizione che in commissione era stata sollevata anche da Elia Pizzolato (Civici con Possamai) e Mattia Pilan (Coalizione civica-sinistra-verdi), che ha chiesto anche di avviare la procedura di dibattito pubblico. Luigi de Amicis, di Rfi, ha però risposto che questo tipo di tecnologia è applicabile solo negli ambiti stazione, non dunque nel tratto in questione.

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«Ma noi vogliamo che sia fatto uno studio - aggiunge Possamai - e vedere le carte che argomentino la questione». Dubbi anche sul cavalcavia a San Pio X inserito come alternativa alla chiusura di via Vittime civili di guerra. «Va ripensato, valutando se sia necessario e in caso se sia fattibile un sottovia». C’è poi il nodo Setteca’, con lo scavalco del montone che nonostante alla fine dello scorso anno si rincorressero le rassicurazioni sulla sua insussistenza, è invece presente nelle prime due ipotesi. «Chiederemo a Rfi di studiare soluzioni diverse per modificare l’impatto». 

La minoranza in Comune

Di Setteca’ parla anche Simona Siotto, a nome del gruppo Ruccosindaco: «La Commissione Territorio ieri ha dato delle certezze sul Progetto Tav a est», tra cui «che lo spostamento dello scavalco a Setteca’ deriva da esigenze tecniche di tracciato, di sicurezza e non certo, come in malafede qualcuno ha cercato dire, da fantomatiche dimenticanze o trascuratezze. La possibilità di tracciati alternativi si deve all’amministrazione precedente, che si è battuta per il maggiore interramento». E chiede: «Quale tracciato piace più al sindaco? Quale bene intende sacrificare di più?».

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Interviene anche Marco Zocca (FI): «Il consiglio comunale aveva votato contro il salto del montone, trasmettendo la posizione a Iricav, ma dato che due ipotesi su tre lo prevedono viene da pensare che l’amministrazione Possamai abbia dato apertura». Zocca è critico anche sulla galleria lunga («comunque devastante su Setteca’. La linea dovrebbe rimanere a sud, con scavalco fuori da Vicenza»), e sul cavalcavia Vittime civili di guerra: «Non è realizzabile». «Siotto e Zocca si mettano d’accordo - replica Possamai - se Siotto dice che lo scavalco a Setteca’ avviene per un aspetto tecnico inevitabile, non si capisce come Zocca lo possa descrivere come apertura dell’amministrazione. Semplicemente quando dovevano vigilare non hanno vigilato». 

Alessia Zorzan

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